LUIGI TALAMONI
(1848-1926)
SACERDOTE DIOCESANO
FONDATORE
DELLA CONGR. DELLE
SUORE MISERICORDINE
DI SAN GERARDO
Beato: 21 marzo 2004
Festa: 20 maggio
LUIGI DOMENICO FILIPPO TALAMONI nacque da una modesta famiglia di Monza, in contrada dei Mulini, il 3 ottobre 1848, secondo dei sei figli di Giuseppe Talamoni, artigiano cappellaio, e di Maria Angelica Sala. Fu battezzato lo stesso giorno nel Duomo di Monza coi nomi di Luigi Domenico.
In famiglia trovò l’esempio forte di fede. In casa si diceva ogni giorno il rosario e il papà ogni giorno, per quanto possibile, andava a Messa, accompagnato dal piccolo Luigi, che, sull’esempio del padre, servendo all’altare, sentì crescere il desiderio di servire Dio e i fratelli nel ministero sacerdotale.
Frequentò gli studi elementari e fece la Prima Comunione e la Cresima, il 1° luglio 1861, presso l’Oratorio di Monza, detto del Carrobiolo, fondato dal Servo di Dio Padre Fortunato Redolfi, barnabita, e retto da un altro barnabita, Servo di Dio Padre Luigi Villoresi. Luigi venne così a contatto con le esperienze più entusiasmanti della pastorale giovanile del tempo, ma anche con quegli anni difficili per la Chiesa di Milano. Mentre era in atto la seconda guerra d’indipendenza, nel 1859, morì 1’Arcivescovo Bartolomeo Carlo Romilli e il nuovo Arcivescovo eletto, Paolo Angelo Ballerini, incontrò la fiera opposizione del Governo Italiano e non poté mai prendere possesso della sua Sede. Alle sue sofferenze, però, supplì sempre l’affetto della popolazione e di buona parte del clero.
In quegli anni l’Oratorio del Carrobiolo divenne un Seminario dei poveri: chi manifestava il desiderio di farsi sacerdote (e non solo diocesano), ma non possedeva i mezzi economici per realizzare questa chiamata, trovava lì la possibilità di studiare. I professori erano di alto livello e tutti volontari.
Luigi visse al Carrobiolo fino al 1865, quando passò, come era d’uso, al Seminario Teologico Diocesano di Milano. Qui non tutto fu facile. Il rettore, mons. Carlo Cassina, non nutriva stima per l’opera di Padre Villoresi, ma la qualità umana e spirituale degli alunni gli fece cambiare parere. Intanto nuove angherie resero tumultuosa la vita della diocesi, finché, il 27 marzo 1867, venne eletto il nuovo Arcivescovo, Luigi Nazari di Calabiana, che poté garantire, soprattutto all’inizio, la speranza di un nuovo clima di pace.
In questi frangenti il giovane Talamoni concluse i suoi studi teologici ed iniziò quelli a cui era destinato: la laurea in Lettere e Filosofia all’Accademia Scientifico-Letteraria, ove seppe guadagnarsi la fiducia e la stima anche di docenti anticlericali, che dominavano nell’Accademia.
Il 4 marzo 1871 fu ordinato sacerdote da mons. di Calabiana e alla sera di quello stesso giorno il padre di don Luigi fu colpito da una paresi che lo afflisse per i successivi quindici anni.
Don Luigi fu inviato come insegnante nel Collegio San Carlo di Milano, ove ebbe come alunno (anno 1874-1875) anche Achille Ratti, il futuro Pio XI. Dopo quattro anni, nel 1875, fu chiamato nel Seminario di Monza, come insegnante del Ginnasio. « La sua vita in Seminario, però — scrisse il Cardinale Johann Colombo — era quasi un martirio a colpi di spillo ». Il clima della Chiesa milanese rimaneva infuocato: il clero era diviso tra liberali ed intransigenti, rosminiani e tradizionalisti; e coinvolgeva lo stesso laicato e il Seminario. Gli stessi alunni lo fecero spesso soffrire, soprattutto perché li fomentava l’Osservatore Cattolico, un giornale intransigente, che spesso sobillava gli stessi seminaristi. Costoro un giorno del 1887 fecero un tappeto, dalla camera di don Luigi all’aula scolastica, usando pagine del suo quotidiano preferito, La Lega Lombarda, che si contrapponeva per moderazione all‘Osservatore Cattolico: il professore avrebbe dovuto calpestare il suo giornale per arrivare a lezione! Non fu l’unica volta, ma don Luigi rispose sempre con il silenzio e il rispetto, con la pazienza e il perdono.
Come tutti gli educatori del Seminario, don Luigi si impegnava anche nell’attività pastorale, per nutrire e sostanziare il suo stesso servizio di insegnamento. Il suo campo di lavoro privilegiato fu il confessionale nel Duomo di Monza, cui era stato destinato dall’arciprete mons. Franziskus Zanzi, fine guida spirituale anche per la Serva di Dio Madre Matilde Bucchi, fondatrice delle Suore del Preziosissimo Sangue (dette Preziosine). Il suo confessionale divenne ben presto il punto di riferimento di numerosissime anime non solo della città, ma anche di paesi assai distanti. Non poche volte fu impegnato nella predicazione di ritiri ai sacerdoti e nelle missioni al popolo, anche in altre diocesi del nord Italia. Fra l’altro pubblicò tre volumi di spiegazioni dei Vangeli festivi ad uso del clero.Il suo zelo lo portò al carcere femminile delle Giudecca a Venezia, dove profuse conforto della sua parola e dove converti una famosa contessa russa.
Il suo carisma speciale era però la visita a domicilio ai malati. Incoraggiò e diresse per questo l’opera assistenziale iniziata dalla signora Maria Biffi ved. Levati (1835-1905) con la quale, il 25 marzo 1891, fondò le Suore Misericordine di San Gerardo, di cui scrisse il primo regolamento. Due ragazze, Rosa Gerson e Stella Dell’Orto accolsero il suo invito a dedicarsi agli ammalati, andandoli a trovare nelle loro case, assistendoli soprattutto di notte, cosi da permettere ai parenti di riposare e potersi recare durante il giorno al lavoro, per sostentare le loro famiglie. È questo lo spirito proposto dal Fondatore e dalla Fondatrice, Maria Biffi Levati, alle loro figlie Misericordine: « Aiutare caritatevolmente e materialmente gli ammalati, per curare santamente e spiritualmente le loro anime e procurare la loro salvezza. Ma, cogli ammalati, giovare anche ai sani, portando nelle loro case l’amore di Gesù Cristo. Per arrivare a ciò non bisogna guardare a sacrifici, a bassezza di uffici, a privazioni, a dicerie, a disprezzi, a invidie ». Riassumendo in una frase lo spirito delle Misericordine, don Talamoni raccomandava loro: « Siate umili, dolci; bruciate di amore ». Egli stesso dava l’esempio, consumando la sua vita per amore: seguì con affetto e dedizione il nascente Istituto, pur rimanendo scrupolosamente fedele ai suoi doveri di insegnante in Seminario, di confessore nel Duomo e di consigliere comunale.
Infatti, a coronamento della sua attività sacerdotale si presentò la scelta di impegnarsi anche nel campo politico. Ve lo spinse non solo l’affermarsi del socialismo, ma anche l’acceso spirito anticlericale della fine del secolo XIX e dei primi decenni del XX, acuito dall’avanzare del socialismo. Don Talamoni accettò di far inserire il suo nome nelle liste civiche del Comitato Cattolico di Monza e il 9 luglio 1893 riportò 844 voti, conducendo alla vittoria tutta la sua lista. Fu così eletto consigliere comunale di Monza. Questo impegno in Comune si concluse nel 1923: la lista dei Popolari vinse il 21 gennaio 1923, ma le violenze dei fascisti costrinsero alle dimissioni il Consiglio comunale dopo soli sette mesi.
Intanto la regola della sua famiglia religiosa venne approvata canonicamente e numero e lavoro delle suore aumentavano. Col decreto di approvazione, del 10 maggio 1948, le Misericordine divennero un Istituto religioso, apostolico, di diritto pontificio. Le attività si allargavano ed oggi le sue Suore Misericordine sono impegnate non solo nell’assistenza a domicilio, ma anche nella scuola materna, negli ambulatori aperti al pubblico, anche se operanti in case religiose, case di riposo per anziani, case di soggiorno, collaborazione nel ministero pastorale nelle parrocchie, centri di ascolto, animazione catechistica anche per giovani famiglie, perfino una casa di cura convenzionata, aperta ad ogni specialità di lunga degenza con priorità a sacerdoti e religiosi. Questo servizio lo prestano ora in diverse parti dell’Italia e in Svizzera, seguendo il carisma del loro fondatore che le formò col suo esempio e con numerose lettere e consigli fino alla fine, quando, dopo breve malattia, morì a Milano, nella clinica delle Suore di Maria Bambina, nel pomeriggio della domenica, 31 gennaio 1926, tra il compianto generale. Fu subito trasferito a Monza. Ai suoi funerali, fatti a spese del comune, il sindaco di Monza, tutt’altro che clericale, chiese ai presenti di inginocchiarsi davanti alla sua bara, dov’erano « non le fredde spoglie di un uomo giusto, ma le sacre reliquie di un Santo ».
Dal vecchio cimitero cittadino di S. Gregorio la sua salma è stata esumata il 20 maggio 1966 e tumulata nelle cappella della Casa Madre delle Suore Misericordine di San Gerardo, Piazza S. Margherita, 2, Monza.
Il 21 marzo 2004, Luigi Talamoni è stato proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II.