Andreas Resch: Tito Brandsma, Anno Sjoerd

TITO BRANDSMA
Anno Sjoerd
(1881-1942)

SACERDOTE PROFESSO
DELL’ORDINE DEI FRATELLI
DELLA BEATA MARIA VERGINE
DEL MONTE CARMELO

MARTIRE OLANDESE

Beato: 3 novembre 1985 
Festa: 26 giuglio

TITO (Anno Sjoerd) BRANDSMA nacque il 23 febbraio 1881 nella fattoria di Ugoklooster presso Bolsward, comune di Wonseradeel, nella provincia di Frisia, Olanda, allora nell’arcidiocesi di Utrecht, oggi in diocesi di Groningen. Era il quinto di sei figli di genitori benestanti allevatori di bestiame. Cinque dei sei figli seguirono la chiamata alla vita consacrata. Fu battezzato lo stesso giorno della nascita, ricevendo i nomi di Anno Sjoerd (Siardo). I genitori erano ferventi cattolici e molto stimati nella loro comunità, un comune nel quale il venti per cento erano cattolici, proporzione ragguardevole, poiché nella Frisia generalmente non superavano allora il cinque per cento. Essi formavano una comunità fervente, ma chiusa e quasi senza contatto con i cittadini delle altre confessioni. Anno visse soprattutto nella famiglia ed ebbe pochi contatti anche con gli altri bambini e altre famiglie. D’altra parte, era un ragazzo molto intelligente, interessato per tutte le cose che vedeva. Era di salute cagionevole e tale rimase sempre.

Frequentò la scuola cattolica del comune natale. Il 4 maggio 1892, fece la sua Prima Comunione. Già in quell’anno si manifestò in lui la vocazione per lo stato religioso. Così, nel settembre 1892, iniziò i corsi ginnasiali presso i Francescani di Megen, nel Brabante settentrionale. Nei sei anni che tra­scorse qui maturò la sua vocazione religiosa e pensò di farsi francescano, ma fu sconsigliato a motivo della salute troppo debole. Si rivolse allora all’Ordine Carmelitano, attratto anche dalla devozione alla Madonna e dal desiderio di una vita più contemplativa. Terminati gli studi ginnasiali, il 17 settembre 1898 entrò nel noviziato dei Carmelitani di Boxmeer, assumendo il nome di Tito.

Terminato il noviziato, il 3 ottobre 1899 emise la professione religiosa. Dopo aver fatto il nuovo noviziato, come era allora prescritto, Tito iniziò lo studio di filosofia a Boxmeer, approfondendo allo stesso tempo con grande impegno le tradizioni del Carmelo. Nel 1901, ancora chierico, tradusse e pubblicò un’antologia delle opere di Teresa di Avila. Nello stesso anno cadde gravemente ammalato in seguito ad un’emorragia allo stomaco.

Nel 1902 iniziò lo studio di teologia nello studentato di Zenderen, continuandolo poi nel convento di Oss. Ordinato sacerdote il 17 giugno 1905, terminò il quarto anno di teologia ad Oss. Nel 1906 fu mandato a Roma per continuarvi gli studi di filosofia all’Università Gregoriana, dove seguì anche dei corsi di sociologia. Risalgono a questo tempo alcuni suoi articoli su questioni sociali per il Katholiek Sociaal Weekblad. Nel novembre 1908, una nuova emorragia lo portò sull’orlo della tomba. Si laureò in filosofia il 25 ottobre 1909.

Ritornato in patria, P. Brandsma fu nominato professore di filosofia nel convento di Oss, dove svolse anche un intenso apostolato. Insegnò fino al 1923. Dal 1912 al 1915 fu anche definitore provinciale. Subito dopo il suo ritorno in Olanda, promosse la fondazione della rivista mensile mariana, Carmelrozen, che nel 1912 contava 12.000 abbonati. Nel 1917 iniziò, insieme a tre fratelli, la traduzione in olandese delle opere complete di santa Teresa d’Avila. Il 1° maggio 1919 divenne redattore-capo del giornale locale De Stad Oss, che gli fu utile per diverse iniziative come la fondazione di una biblioteca cittadina nel 1921, l’ere­zione d’una statua del Sacro Cuore sulla pubblica piazza e l’organizzazione d’una grandiosa settimana missionaria nella stessa città.

Il suo costante desiderio di partire per le missioni estere non poté essere realizzato a causa della sua cagionevole salute. Invece, operò con profitto nel campo della scuola, collaborando alla fondazione della scuola commerciale di Oss, che nel 1923 fu trasformata in liceo scientifico. Nello stesso anno, fon­dò un liceo classico in Oldenzaal. Per aiutare le scuole cattoliche, nel 1925 fondò l’Unione delle Direzioni delle Scuole medie cattoliche e ne fu presidente anche durante l’occupazione tedesca.

Dal 1917 l’attività di P. Brandsma si estese anche al movimento per la tutela della lingua e della cultura frisone. Grazie alla sua attività, furono erette cattedre di lingua e cultura frisone nelle università olandesi e questa lingua fu introdotta come materia di studio nelle scuole elementari. Nell’ambiente culturale frisone, P. Brandsma ottenne così una stima assoluta, che contribuì pure a diminuire i tanti pregiudizi contro il cattolicesimo.

Il 27 giugno 1923, Tito Brandsma venne nominato professore ordinario di filosofia naturale, teodicea e storia della filosofia contemporanea, di filosofia della storia e di storia della mistica all’Università Cattolica eretta lo stesso anno a Nimega, ove fece erigere l’istituto per la Mistica olandese raccogliendo più di 17.000 fotocopie di manoscritti medievali. Fu uno dei fondatori e collaboratori della rivista Ons Geestelijk Erf (Nostra Eredità Spirituale), ed organizzó tre congressi per lo studio della spiritualità olandese. Negli anni 1932-1933 fu rettore magnifico. Durante questo tempo effettuò un viaggio ufficiale a Milano e a Roma. Per tre anni pubblicò ogni settimana sul De Gelderlander articoli sugli spirituali della sua nazione. Condusse anche un’inchiesta su Teresa Neumann ed altre stigmatizzate.

Allo stesso tempo, s’interessò della riunione delle Chiese, particolarmente delle Chiese orientali, facendo il vicepresidente del comitato esecutivo dell’unione dal 1926. Non mancarono però anche le critiche al suo operato. Si disse che accettava troppo lavoro; che avrebbe trascurato alcuni obblighi come professore; che, come professore di filosofia, aveva pubblicato poco; che la sua gestione finanziaria non era tecnicamente perfetta.

Per quello che riguarda l’Ordine carmelitano, contribuì alla fondazione del convento di Magonza e a quella di una scuola in Indonesia. A Nimega costruì un convento nuovo e accettò l’onere d’una vasta parrocchia. Nell’ambito della Chiesa olandese, fu redattore e censore dell’Enciclopedia cattolica olandese e nel 1935 l’arcivescovo di Utrecht lo nominò assistente ecclesiastico dell’Unione dei giornalisti cattolici. In quest’anno, si recò in Irlanda e poi negli Stati Uniti, ove tenne una serie di conferenze sulla spiritualità monastica e cristiana, imponendosi per la profondità della cultura.

Intanto il mondo politico europeo era cambiato. Ad est, in Russia, si era consolidato il comunismo, e ad ovest erano saliti al potere due movimenti politici che si ispiravano a ideologie totalitarie, il fascismo in Italia e il nazionalsocialismo in Germania. L’Olanda venne schiacciata dall’aggressione ideologica nazionalsocialista. La Chiesa cattolica mobilitò tutte le sue forze per opporsi all’invasione di questa ideologia. P. Brandsma, che già dall’anno 1934 si era opposto, con conferenze, articoli e corsi universitari, all’ideologia del nazionalsocialismo, nel biennio 1938-39 tenne corsi all’università di Nimega sull’ideologia nazionalsocialistica dichiarandola antievangelica, disumana e anticristiana. Dopo l’occupazione nel maggio 1940, difese le scuole cattoliche a lui affidate e rifiutò di allontanarne gli allievi ebrei. Come assistente ecclesiastico dei giornalisti, fece respingere dai giornali cattolici ogni propaganda nazista. Nel dicembre 1941, in seguito ad una nuova imposizione nazista, scrisse una lettera ai direttori e redattori-capo dei giornali chiedendo loro di respingere ad ogni costo tale propaganda, e andò personalmente a spiegarla.

Il 19 gennaio 1942 venne arrestato dallo Gestapo e condotto nella prigione di Scheveningen, dove continuò a difendere l’atteggiamento della Chiesa e lo espose anche per iscritto. In prigione compose un Diario e una Vita di santa Teresa d’Avila. Nel marzo-aprile 1942 fu internato nel campo di con­centramento di Amersfoort. Dopo una sosta nelle prigioni di Scheveningen e di Cleve, il 19 giugno 1942 arrivò nel campo di Dachau, ove venne destina­to ai lavori forzati e fu più volte duramente maltrattato. Dopo un mese, era totalmente esausto dalle malattie e dalla fame.

Ricoverato nell’ospedale dello stesso campo, il 26 luglio 1942 fu ucciso con un’iniezione di acido fenico e quindi cremato.

Il 3 novembre 1985, Tito Brandsma è stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II.