Andreas Resch: Luigi Orione

LUIGI ORIONE
(1872-1940)

SACERDOTE E FONDATORE
DEI FIGLI DELLA
DIVINA PROVVIDENZA,
DEGLI ERMITI DELLA
DIVINA PROVVIDENZA,
DELLE PICCOLE SUORE
MISSIONARIE
DELLA CARITÀ

E DELLE
SUORE SACRAMENTINE
NON VEDENTI

Santo: 16 maggio 2004
Festa: 12 marzo

LUIGI GIOVANNI ORIONE nacque a Pontecurone (Alessandria) nella diocesi di Tortona, il 23 giugno 1872, da Vittorio Orione e Carolina Feltri e fu battezzato con i nomi di Luigi Giovanni. Il padre, ex-garibaldino un poco anticlericale, faceva il selciatore di strada, mentre la madre, donna di casa, analfabeta, ma di profonda fede e di alto senso educativo, sostituiva anche il padre, per la maggior parte dell’anno lontano da casa a causa del suo lavoro. Così, Luigi, ultimo di quattro fratelli, crebbe in un ambiente di ristrettezze, sperimentando fin dall’infanzia la triste situazione di gran parte della massa lavoratrice.

Trascorse la fanciullezza sotto la saggia guida della madre, lavorando nei campi e frequentando la scuola del paese. Deve la sua formazione anche all’esempio di ottimi sacerdoti. Pur sentendo sempre di più la vocazione al sacerdozio, per tre anni (1882-1885) dovette vagare con il padre per le strade del Monferrato a battere sassi e trascinare carriole.

Nel settembre 1885, a soli tredici anni, venne accolto nel convento france­scano di Voghera, ma una polmonite lo prostrò talmente che dovette tornare in famiglia. Ristabilitosi, cominciò ad aiutare il padre nella selciatura delle strade. Per interessamento del parroco, nel settembre 1886 si trasferì a Torino per essere ammesso come interno nell’Oratorio diretto da san Giovanni Bosco, che lo ebbe carissimo e gli promise: « Noi saremo sempre amici ». Il 4 ottobre 1886 fu accolto nell’Oratorio salesiano di Valdocco e vi rimase per tre anni.

L’incontro con Don Bosco fu determinante per il suo impegno nel mondo giovanile. Un altro grande influsso ebbe su di lui l’esempio delle opere di carità di san Giuseppe B. Cottolengo, la cui « Piccola Casa » era situata non distante dall’Oratorio di Valdocco. Terminati i tre anni di studio, tutto era pronto per iniziare il noviziato salesiano. Luigi, però, abbandonò inopinatamente l’idea per una improvvisa e ancora non ben chiara ispirazione e tornò a Tortona, dove, il 16 ottobre 1889, venne accettato nel locale seminario diocesano per il corso di filosofia di due anni. La povertà della famiglia e la morte del padre nel 1892 non gli permettevano di restare in seminario pagando la retta come un semplice studente, e perciò chiese al rettore di poter rimanere in seminario anche durante l’estate per lavorare. Gli fu assegnato l’ufficio di custode del duomo e all’inizio del corso teologico venne destinato stabilmente a questa mansione. Passò ad abitare in una stanzetta sopra il duomo e riceveva un piccolo stipendio mensile. Convinto di essere chiamato a curare l’educazione cristiana dei ragazzi, comin­ciò a radunare intorno a sé i giovani per istruirli nella religione. Il vescovo, vedendo il suo impegno, gli offrì per le sue riunioni il giardino dell’episcopio, dove sorse, il 3 luglio 1892, il primo oratorio di San Luigi. L’anno seguente fondò un collegio detto di San Bernardino, subito frequentato da alcune centi­naia di ragazzi.

Il 13 aprile 1895 Luigi Orione fu ordinato sacerdote e celebrò la prima Messa tra i suoi ragazzi, trasferitisi intanto nell’ex-convento di Santa Chiara. Da allora intensificò il suo apostolato fra i giovani, aprendo successivamente nuove case a Tortona, a Noto in Sicilia e a Sanremo (1899). Nello stesso tempo, intorno a lui si raggrupparono chierici e sacerdoti che vivevano in comunitá e formarono il primo nucleo della sua Congregazione religiosa dei Figli della Divina Provvidenza. Stabilire una data di fondazione non è facile, a meno che non si faccia riferimento al primo riconoscimento ufficiale, che gli fu dato con un decreto di approvazione emanato da mons. Bandi, vescovo di Tortona, in data 21 marzo 1903. Seguirono approvazioni di altri vescovi, il « decretum laudis » con l’approvazione delle Costituzioni del 24 aprile 1944 e, infine, l’approvazione canonica definitiva concessa alla Piccola Opera il 20 novembre 1954.

Le giornate di don Orione non erano occupate soltanto dagli impegni per i ragazzi, ma anche da frequenti predicazioni nella città e nei paesi limitrofi, da visite ai poveri e agli ammalati, dalla lotta contro l’azione della massoneria e dalla diffusione della buona stampa.

Convinto che l’azione apostolica non può avere il proprio fondamento se non nella contemplazione e nella donazione di se stessi, don Orione, nel 1889, fondò gli Eremiti della Divina Provvidenza, aperti anche all’accettazione di non vedenti.

In occasione del terremoto di Messina e di Reggio Calabria, nel dicembre 1908, corse in queste città, prestando soccorso a tutte le necessità, specialmente degli orfani, che raccolse nelle sue case. Divenne così il centro di raccordo delle opere di soccorso cattoliche e civili. Per diretta volontà di Pio X assunse la carica di vicario generale della diocesi di Messina, rimanendovi per tre anni. Mostrò lo stesso impegno di aiuto anche in occasione del terremoto della Marsica, nel 1915, salvando la vita a molti orfani e dando loro istruzione e lavoro. Percorse più volte l’Italia in cerca di personale, di vocazioni sacerdotali e di aiuti per le opere di carità che si moltiplicavano sempre di più.

Per sostenere tutte queste iniziative, il 29 giuglio 1915 fondò la Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, che dovevano assumersi, come fine primario, l’assistenza dei poveri e degli infermi e il disbrigo delle mansioni di cucina, guardaroba e lavanderia anche nelle case di formazione e negli istituti di educazione, e, come fine collaterale, il compito di condurre asili per l’infanzia e di crescere alla vita cristiana la gioventù femminile mediante laboratori, ricreatori e le varie opere parrocchiali.

A questo ramo femminile della sua Opera aggiunse, il 15 agosto 1927, come un bisogno personale, le Suore Sacramentine non vedenti, adoratrici, che costituiscono, insieme agli Eremiti ciechi e vedenti (1889) la forza orante della famiglia religiosa, tutta protesa nell’apostolato verso i fratelli.

Interessato alle missioni, mandò i suoi figli e le sue figlie in Brasile, in Argentina e in Palestina fin dal 1914.

Intanto, anche l’Opera, che era iniziata con i ragazzi poveri, estendeva il suo raggio d’azione, e don Orione, dopo il 1915, iniziò quelle Case di Carità che, sull’esempio della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, raccolsero ogni specie di miseria e perciò furono chiamate, a voce di popolo, i « Piccoli Cottolengo ».

Nel periodo successivo al primo conflitto mondiale s’impegnò nella diffusione della Piccola Opera della Divina Provvidenza in Europa, in Oceania e nelle Americhe. Negli anni 1921 e 1934, in occasione del Congresso Eucaristico Internazionale, si recò personalmente nell’America Latina per sostenere le opere intraprese. La seconda volta vi rimase per tre anni, organizzando scuole, colonie agricole, parrocchie, orfanotrofi, case di carità dette « Piccoli Cottolengo ».

Predicatore, confessore e organizzatore instancabile di pellegrinaggi, mis­sioni popolari e processioni o presepi viventi voleva che la fede permeasse tutte le manifestazioni della vita umana.

Cagionevole di salute, trascorse gli ultimi tre anni sempre a Tortona, visi­tando ogni settimana il Piccolo Cottolengo di Milano e quello di Genova. Costretto dai suoi confratelli e dai medici, si prese infine qualche giorno di riposo a Sanremo nella villa Santa Clotilde. Qui morì pochi giorni dopo, il 12 marzo 1940, lasciando 820 religiosi, dei quali 220 sacerdoti, con 102 case e opere – in Italia, Albania, Rodi, Polonia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Stati Uniti, Inghilterra – divise in quattro circoscrizioni. Le suore erano alcune centinaia.

La sua salma ricevette solennissime onoranze e fu tumulata nella cripta del santuario della Madonna della Guardia a Tortona, da lui fatto edificare. Quando, nel 1965, fu fatta la ricognizione della salma, questa fu trovata completamente intatta e fu di nuovo tumulata nello stesso santuario, dove ora si trova esposta.

La nota più visibile del carisma di Don Orione è senza dubbio la « carità divina, alta, universale che fa del bene a tutti, del bene sempre, del male mai a nessuno ». La « carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d’amore verso Dio. Opere di carità ci vogliono: esse sono l’apologia migliore della fede cattolica ».

Il 16 maggio 2004, Luigi Orione è stato proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II che l’aveva beatificato il 26 ottobre 1980.