Andreas Resch: Francesco de Laval

FRANCESCO DE LAVAL
(1623-1708)

VESCOVO DI QUEBEC

Santo: 3 aprile 2014
Festa: 6 maggio

FRANCESCO DE LAVAL nacque il 30 aprile 1623 a Montigny sur ­Avre, nella diocesi di Chartres, in una delle prime famiglie di Francia, i Mont­morency, uno dei quali, secondo la tradizione, aveva ricevuto il battesimo dallo stesso san Remigio. Al battesimo ricevette il nome di Francesco Saverio.

Fin dalla prima infanzia fu educato dai suoi genitori, Hugo de Laval e Michaela de Pericord, ad una vita con solidi principi cristiani. Per l’ulteriore formazione fece gli studi classici e filosofici presso il collegio di La Flèche, tenuto dai gesuiti. Fu qui che, entrando in contatto coi missionari che tor­navano dall’estero e leggendo le Relations des Jésuites de la Nouvelle-France, cioè del Canada, Francesco fece la sua scelta ed orientò tutta la sua vita ver­so le missioni. Mentre era studente presso i gesuiti, si iscrisse alla Congrega­zione Mariana e si decise per la vocazione sacerdotale ricevendo la tonsura. Nel 1645, un anno dopo la morte del padre, fu nominato canonico di Évreux dal vescovo, suo zio.
Desiderando arrivare al sacerdozio, entrò nel collegio di Clermont a Pari­gi, dove compì gli studi di teologia e poté espletare il suo ideale apostolico insieme al Pallu con il quale, più tardi, diede vita al famoso Seminario per le Missioni estere di Parigi. Fu costretto però a rimandare la sua ordinazio­ne sacerdotale per qualche tempo ancora a causa della morte dei suoi due fratelli maggiori, nel 1645, per potersi occupare degli affari della famiglia di cui era ora il capo.

Finalmente, il 1° maggio 1647, Francesco de Laval fu ordinato sacerdote e svolse il suo primo ministero sacerdotale a Parigi. Nell’anno seguente fu nominato arcidiacono di Évreux e diede subito inizio ad un giro di visite.
Nel 1652 venne in Francia p. Alessandro de Rhodes S.J., per trovare, con il permesso della Santa Sede, sacerdoti atti ad esercitare l’ufficio di Vi­cario Apostolico nel lontano Oriente. Nel 1653, il Consilium Conscientiae del­la Regina, del quale faceva parte anche san Vincenzo de‘ Paoli, designò Francisco de Laval per il Tonkino, in Indocina, e la Curia Romana iniziò subito le inchieste canoniche. Francesco si dimise dalla carica di arcidiacono ed affidò il governo della famiglia al fratello più giovane. Però, il progetto non poté essere subito portato a termine a motivo delle divergenze sorte tra le nazioni che si dividevano la giurisdizione sui paesi di Oriente e Francesco si ritirò per quattro anni (1654-1658) all’Hermitage, una scuola di spiritualità a Caen diretta da Johann de Bernières.

Poiché nel frattempo anche i missionari del Canada avevano chiesto un Vicario Apostolico, papa Alessandro VII, nel 1658, nominò Francisco de La­val Vicario Apostolico della Nuova Francia e vescovo titolare di Petera. Sen­za indugio Francesco lasciò la Francia per recarsi in Canada, dove sbarcò il 16 maggio 1659, e un mese più tardi raggiunse Quebec. La beata Maria dell’Incarnazione Guyart, giunta vent’anni prima nel Canada e beatificata in­sieme a Francesco de Laval, al suo arrivo scrisse: «È un uomo di grande merito e di esimia virtù; non sono gli uomini che lo hanno scelto; dirò in tutta verità che vive come un santo e come un apostolo». Fu proprio cosi.

Francesco de Laval si mise subito al lavoro manifestando quelle virtù che caratterizzarono tutta la sua vita: fede profonda, severa ascesi e zelo instan­cabile per gli interessi di Dio. Negli anni successivi svolse nella Nuova Fran­cia un’attività prodigiosa, dovendo creare in qualche modo tutto dal nulla: parrocchie, missioni, scuole, comunità religiose, combattendo lo sfruttamento degli indiani da parte dei mercanti e lottando contro il gallicanesimo dei go­vernatori che si succedettero.

Durante una visita in Francia nel 1662, ottenne da Luigi XIV molti pri­vilegi per la Chiesa del Canada. Al suo ritorno, il 26 marzo 1663, fondò il Seminario di Quebec che dal 1852 è l’Università Laval. Con l’erezione del Seminario metteva in piedi le strutture necessarie all’evangelizzazione e all’or­ganizzazione del suo immenso Vicariato. Per assicurare più libertà alla Chie­sa di fronte alle autorità civili, chiese presto alla Santa Sede di erigere il Vi­cariato in diocesi. Clemente X lo fece il 9 ottobre 1670, anche se le relative Bolle furono firmate dallo stesso papa solo il 1° ottobre 1674. Con questa data il Vicariato della Nuova Francia divenne diocesi di Quebec e Francesco de Laval il suo primo vescovo. Superati diversi ostacoli, l’ordinazione episco­pale ebbe luogo nella solennità dell’Immacolata, 1’8 dicembre dello stesso an­no, per mano del Delegato del papa.

Oltre a dare il suo sostegno alle istituzioni, il nuovo vescovo si prodigò per la coesistenza pacifica tra popolazioni indigene ed europee, fece resisten­za accanita contro il deplorevole commercio delle bevande alcoliche agli In­diani e si impegnò costantemente per sradicare innumerevoli tradizioni galli­cane che erano state trapiantate nel Canada.

Alla sua diocesi diede quelle solide fondamenta che hanno tanto contri­buito alla vitalità della Chiesa nel Canada e in tutta l’America del Nord. Gli stretti legami che teneva con i propri sacerdoti ci sono rivelati dalla testimo­nianza di uno di loro: « Il prelato non faceva nulla d’importante senza esser­si prima consigliato con noi tutti ». Il suo zelo ispirava anche il fervore delle comunità religiose e stimolava il loro apostolato. Nel 1676, vide nascere a Montreal la Congregazione di Notre-Dame, che diventerà una comunità di reli­giose non di clausura, ma dedite all’insegnamento, cosa che costituiva in quell’epoca un’innovazione nella Chiesa. Si devono a Francesco de Laval le forti tradizioni cristiane che hanno caratterizzato la vita familiare e parroc­chiale in Canada. La parrocchia era per lui una famiglia ingrandita. Egli fu l’aspostolo della devozione alla Santa Famiglia, che propagò in tutte le case e specialmente presso gli Indiani.
Estese la sua lungimiranza anche ai problemi spirituali e sociali: aiutò i poveri, creò e moltiplicò piccole scuole, preparò gli artigiani indispensabili ai bisogni della colonia istituendo una scuola di arti e mestieri. Interessato a tutte le cause, ebbe una particolare sollecitudine per gli Indiani, prendendo la difesa dei loro diritti e facendone rispettare la dignità. Con la stessa ener­gia difese la sua diocesi ottenendo, a dispetto delle pretese gallicane che al­lora prevalevano, che la Chiesa del Canada fosse direttamente collegata alla Santa Sede dopo la sua erezione a diocesi nel 1674.

Per poter realizzare tutto questo Francesco de Laval unì la pratica eroica della povertà volontaria con l’austerità d’una vita di preghiera e mortificazio­ne. Donò i pochi beni che possedeva al seminario e si ridusse a dover ri­correre al superiore di quell’istituto per ogni suo minimo bisogno. Oltre a dare il suo sostegno alle istituzioni e alle opere già esistenti, ebbe a cuore i malati e i poveri. Lo troviamo all’ospedale dell’Hotel-Dieu a Quebec, all’in­fermeria del Seminario e nelle capanne degli Indiani. Ridusse al minimo le spese personali per poter aiutare in segreto coloro che la povertà rendeva infelici. Nell’autunno del 1707, trovandosi privo di ogni cosa, confessò al suo servitore che non avrebbe più potuto vivere a lungo, perché non era più in grado di sollevare le miserie altrui.

Per questo impegno pastorale impose a se stesso uno Stile di vita che non lasciava spazio ad interessi puramente personali. Fino agli ultimi anni di vita conservò l’abitudine di dormire sul pavimento, di alzarsi alle due del mattino, di celebrare la Messa alle quattro e mezza per gli operai di Quebec e di rendere grazie a Dio fino alle sette circa, per iniziare poi la giornata di lavoro. I frutti del suo lavoro furono innumerevoli: il numero delle parroc­chie sali da 5 nel 1659 a 35 nel 1688, quello dei sacerdoti da 24 a 102 (36 gesuiti, 19 sulpiziani, 14 recolletti e 33 secolari) e quello delle religiose da 22 a 97.

Stremato dalle forze, Francesco de Laval nel 1684 rassegnò le dimissioni, ma continuò a dare valido aiuto al suo successore. Trascorse gli ultimi ven­t’anni di vita quasi da recluso nel Seminario di Quebec, povero, umile ed intento alla preghiera. Morì il 6 maggio 1708 all’età di 85 anni, lasciando una grande eredità di opere e di virtù in beneficio della Chiesa canadese, di quella degli Stati Uniti e dell’intera cristianità. Fu sepolto nella cripta della Cattedrale il 9 maggio 1708. Il 30 maggio 1993, i suoi resti mortali furono trasferiti nella cappella funeraria all’interno della basilica-cattedrale Notre-Da­me de Quebec, inaugurata il 29 maggio 1993.

Il 3 aprile 2014, Francesco de Laval è stato proclamato Santo da Papa Prancesco, dopo essere stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 22 giugno 1980.