Andreas Resch: Agostino Zhao Rong e compagni

AGOSTINO ZHAO RONG
(† 1815)
e 119 compagni

Martiri in Cina
(† 1648-1930)

Santi: 1° ottobre 2000
Festa: 9 luglio

Fin dalle più lontane origini del popolo cinese, il sentimento religioso verso l’Essere Supremo e la pietà filiale e devota verso gli antenati defunti sono le caratteristiche più spiccate della sua millenaria cultura.
Questa nota di schietta religiosità si ritrova, dove più e dove meno, nei cinesi di tutti i secoli, fino al nostro, quando, sotto l’influsso dell’ateismo occidentale, alcuni intellettuali hanno voluto sbarazzarsi di ogni idea religiosa, in particolare del Cristianesimo.

Il Vangelo venne annunziato in Cina per la prima volta nel V secolo ad opera dei nestoriani e, all’inizio del VII, vi fu eretta la prima chiesa. Durante la dinastia T’ang (618-907) la comunità dei cristiani fiorì per due secoli.

Dopo la morte dell’imperatore Mongke (1259), il capo delle armate mon­gole impegnate nella conquista della Cina dei Sung, Qubilai khan, senza atten­dere l’arrivo degli altri principi discendenti di Gangis-khan, si fece acclamare dai suoi generali gran khan dell’impero mongolo. Era la guerra, e con essa l’im­menso impero mongolo si frantumò in quattro grandi canati in continua lotta tra loro: Kipciak (Asia occidentale), Ciagatai (Asia centrale), Ilkhanto di Persia (Persia e Irak) e Gran Khanato del Cathay (Asia orientale: Indocina, Cina, Corea). Da questo momento, per raggiungere il Cathay bisognava attraversare tutta la Persia, prendere il mare ad Ormuz, compiere il periplo dell’India, passare per le isole indonesiane e raggiungere le coste cinesi da sud: quasi tre anni di viaggio e di pericoli.

Questo capitava nel Medio Evo ad un missionario che avesse scelto di predicare l’evangelo alle popolazioni del Cathay. Fu il francescano Giovanni da Montecorvino (1247-1328) che intraprese questo lungo viaggio, prima di raggiungere, nel 1294, la capitale del Cathay, Khanbaliq (Pechino), per esservi accolto quale messo papale. Con la sua comprensione del popolo cinese e delle sue culture egli diede inizio alla prima missione cattolica nel « Regno di mezzo », con sede vescovile a Khanbaliq (Beijin, Pechino). G. da Montecorvino è considerato perciò, come primo Vescovo di Khanbaliq, anche primo fondatore della Chiesa in Estremo Oriente.

La missione francescana del Cathay si estinse in seguito alla caduta dalla dinastia mongola degli Yan e all’ascesa della dinastia cinese dei Ming (1368), che, refrattaria agli influssi esterni, chiuse le frontiere del nuovo restaurato Impero Celeste, segnando così un isolamento della Cina fino alla seconda metà del secolo XVI, quando, nel 1583, mise piede in Cina il gesuita Matteo Ricci, che vi esercitò un fruttuoso apostolato fra i dotti e i mandarini di Canton e Nanking. Egli riuscì, il 4 gennaio 1601, a farsi aprire le porte di Pechino e del palazzo imperiale in qualità di letterato d’Occidente. Le circostanze favorevoli al cristianesimo continuarono anche sotto la dinastia Manciù (1644), fino alla morte dell’imperatore Kang-Hi, tranne qualche sporadica esplosione di violenza, come quella che nel 1648 costò la vita a Francesco de Capillas.

A questa diffusione della religione cattolica cooperarono, oltre ai Gesuiti dal 1582, anche i Domenicani dal 1587, i Francescani dal 1590, gli Agostiniani dal 1681, la Società per le Missioni Estere di Parigi dal 1684, i Lazzaristi dal 1699, il Pontificio Istituto Missioni Estere dal 1859, le Francescane Missionarie di Maria dal 1886, e i Salesiani di S. Giovanni Bosco dal 1892, per nominare soltanto gli Istituti dei martiri qui elencati.

Solo verso la fine della vita di Kang-Hi (1682-1723), inasprito dalla que­stione dei riti cinesi (quale nome dare a Dio Padre e culto dei defunti), che finì col bandire dall’Impero tutti i missionari che non vollero seguire la sua inter­pretazione dei riti, si aprì la via alle persecuzioni, esplose con i suoi successori. II primo di questi, Young-Cheng, con decreto del 1724, ordinò di distruggere le chiese, di scacciare ed arrestare i missionari, di incarcerare e decapitare i cristiani; il secondo, Kien-Lung, nel 1736/37, proibì la predicazione della religione cri­stiana, esiliò tutti i missionari europei e molti ne fece uccidere. Solo poterono rimanere a Pechino i Gesuiti francesi, per la fama che godevano di letterati, di pittori e di idraulici.

Quando nel 1799 salì al trono Kia-Kin, insorse una nuova crudele perse­cuzione che tentò di estinguere gli ultimi resti del cristianesimo e mise al bando dal paese tutti i missionari. La persecuzione incrudelì per tutto l’Impero, facen­do numerosi martiri, fino alla sconfitta cinese nella guerra dell’oppio, che com­portò trattati internazionali favorevoli alla libertà religiosa e al lavoro dei mis­sionari.

Finalmente, il trattato di Pechino del 1860 suggellò tale libertà, per cui la religione cristiana cessò di essere fuori legge e al bando dall’Impero. Con questo, tuttavia, non si può dire che l’odio anticristiano scomparisse del tutto dall’animo di molti cinesi. Infatti, il 21 giugno 1870, si ebbe il massacro di Tien-Tsin, in cui caddero vittime due lazzaristi e dodici Suore della Carità.

Sotto l’egida dell’imperatrice Tze-Hsi avvennero, nel 1900, le ampie stragi degli « I Ho-ch’üan », comunemente chiamati « Boxers », o « Pugili ». Questa setta, infatti, non era altro che un duplicato dell’antica associazione rivoluzio­naria del « Nenufario bianco » (Pai-lien-Kiao), ostile alla dinastia mancia. Molti di questi rivoluzionari si rifugiarono nella Cina del sud, dove, nel 1853, fonda­rono Il « Regno celeste della pace » (Taiping t’ian-kuo, donde il nome di « Tai­ping »), nome con il quale sono conosciuti nell’occidente, mentre in Cina furono chiamati « Ribelli dai lunghi capelli ». Dopo la morte del primo sovrano si dispersero in vari luoghi. Da essi, alla fine del secolo XIX, nacque la società del « Grande coltello » (Ta-tao-huei), che prese poi il nome di I Ho-ch’üan (Giustizia, concordia, pugno), detta dagli inglesi, brevemente, dei Boxers. Questa associazione aveva per scopo la liberazione della Cina degli stranieri e lo sterminio dei cristiani, considerati loro complici. Le autorità si mostrarono dapprima titubanti, ma poi, con l’appoggio e la connivenza dell’imperatrice Tze-Hsi, i Boxers poterono agire in piena libertà.

Nuove e più gravi persecuzioni colpirono poi la Chiesa cinese dopo l’av­vento al potere del partito comunista e la fondazione della Repubblica popolare cinese. In questo periodo si ebbe il martirio di alcuni membri della Società Salesiana di Giovanni Bosco.

Dei numerosi Martiri della Cina, il 1° ottobre 2000 sono stati canonizzati 120. I loro dati biografici vengono qui elencati in ordine cronologico dell’attività apostolica dei singoli Istituti.

MARTIRI DELL’ORDINE DEI FRATI PREDICATORI

Sono 6 Domenicani, che, sebbene separati nel tempo da un secolo († 1648, 1747-1748), formano un gruppo omogeneo per la nazionalità spagnola, con­fluiti nella provincia domenicana del S. Rosario, fondata a Manila nel 1587 per l’evangelizzazione dell’Estremo Oriente e per l’attività missionaria nel sud-est della Cina, nella provincia di Fukien. Ecco i loro nomi:

1. FRANCESCO FERNÁNDEZ DE CAPILLAS, sacerdote, nacque l’11 agosto 1607 in Baquerín de Campos (Palencia); nel 1623 entrò nell’Ordine e, ancora diacono, nel 1631 partì per Manila nelle Filippine, dove venne ordinato sacer­dote il 5 giugno 1632. Per 10 anni si dedicò al ministero nel Cagayán e nel 1642 giunse in Cina, ove le città di Fogán, Moyang e Tingteu furono il centro del suo apostolato. Nel frattempo, i Tartari Manciù prevalsero in quella regione, dimo­strandosi ostili alla religione cristiana. Nel novembre 1647, Francesco, dopo aver prestato servizio sacerdotale a due infermi, venne imprigionato, condotto tre volte in tribunale e sottoposto allo slogamento delle caviglie e alla flagel­lazione. Prelevato di notte, il 15 gennaio 1648, mentre recitava con altri i misteri dolorosi del Rosario, subì la decapitazione nella città di Fogán. Fu beatificato il 2 maggio 1909 da Pio X e riconosciuto Protomartire della Cina.

I 5 missionari successivi furono attivi negli anni 1715-1747, in un periodo di persecuzione iniziato nel 1729, con recrudescenza nel 1746. Era l’epoca degli imperatori Yung-Cheng e del figlio K’ien-Lung. L’editto di condanna venne emanato dal Vicerè il 18 dicembre 1746, portando queste accuse: « Pietro Sans, perché capo della religione cristiana che rende dementi con una falsa dottrina uomini e donne, venga subito decapitato. Francesco Serrano, Gioacchino Royo, Giovanni Alcober e Francesco Díaz, per aver indotto in errore e inganno il popolo con la stessa falsa dottrina, sono dichiarati rei di decapitazione, nel frattempo attendano in carcere ulteriore decreto ».

2. PIETRO SANS I IORDÁ, vescovo, nacque in Ascó (Tarragona) il 1° settem­bre 1680 e divenne Domenicano a Lérida nel 1697 col nome di Pietro. Ordinato sacerdote nel 1704, giunse in Cina nel 1715, nella provincia di Fukien, esten­dendo l’apostolato a Canton, fungendo pure da vicario provinciale della mis­sione. Nel 1730 fu nominato vescovo titolare di Mauricastro e vicario apostolico di Fukien. Dal 1732 al 1738 subì l’esilio a Macau. Ritornato tra i cristiani del suo vicariato, mentre operava in clandestinità, venne denunciato con gli altri con­fratelli e il 30 giugno 1746 si fece spontaneamente catturare per evitare rappre­saglie contro i cristiani. Sopportò 11 mesi di carcere. Per conferma dell’Impe­ratore, il Vescovo Sans venne giustiziato il 26 maggio 1747. Il 14 maggio 1893 fu beatificato da Leone XIII.


3. FRANCESCO SERRANO FRÍAS, sacerdote, nacque a Guenejea (Granada) nel 1695; divenne Domenicano a 18 anni a Granada e fece richiesta di passare in Cina, dove fu missionario per oltre 20 anni. Già in prigione, gli pervenne la nomina, nel 1745, a vescovo titolare di Tipasa e coadiutore del vicario aposto­lico di Fukien, Pietro Sans. Ma non pote ricevere la consacrazione. Per autorità del Vicerè, il 28 ottobre 1748, nello stesso carcere, il vescovo Serrano venne soffocato. Il 14 maggio 1893, fu beatificato da Leone XIII.

4. GIACOMO ROYO PÈREZ, sacerdote, nacque a Hinojosa (Teruel) nel 1691 e divenne Domenicano a Valencia nel 1709. A 21 anni, non ancora sacerdote, si recò in Cina, esercitando l’apostolato per altri 33 anni. Per evitare maggiori vessazioni sui cristiani da parte dei persecutori che lo ricercavano, su consiglio del vescovo Pietro Sans, si consegnò nelle loro mani. Il 28 ottobre 1748, nello stesso carcere, venne soffocato insieme al vescovo Serrano. Il 14 maggio 1893 fu beatificato da Leone XIII.

5. GIOVANNI ALCOBER FIGUERA, nacque a Granada nel 1694 e vestì l’abito domenicano nel locale convento di Santa Croce nel 1709. Trascorse 3 anni nelle Filippine, che lasciò nel 1728 per la Cina, dove predicò il Vangelo per 18 anni. Condannato a morte, venne strangolato il 28 ottobre 1748. Il 14 maggio 1893 fu beatificato da Leone XIII.

6. FRANCESCO DÍAZ RINCÓN, sacerdote, il più giovane, nacque in Ecija nel 1713 e in questa città si fece Domenicano nel 1730. Spinto da fervore missionario, nel 1735 era già nelle Filippine e poco dopo passò in Cina, dove esercitò il suo ministero di sacerdote più o meno di nascosto, vestendosi se­condo la moda dei Tartari, con barba lunga e capo rasato, finché venne cattu­rato. Il 28 ottobre 1748 venne strangolato insieme ad Alcober. Il 14 maggio 1893 fu beatificato da Leone XIII.

La preparazione di questi cinque missionari alla morte violenta fu una vera testimonianza di pazienza, durata 11 mesi per il vescovo Sans e due anni per gli altri nelle carceri di Foochow (oggi Fuzhou), capitale del Fukien.

MARTIRI DELLA SOCIETÀ PER LE MISSIONI ESTERE DI PARIGI

Mentre il cattolicesimo era stato autorizzato in Cina dall’Imperatore Kang­-Hi (1662-1723), l’Imperatore Kia-Kin (1796-1821) pubblicò invece numerosi e severi decreti contro di esso. Il primo risale al 1805; due editti del 1811 erano diretti contro coloro fra i cinesi che studiavano per ricevere gli ordini sacri e contro i sacerdoti propagatori della religione cristiana. Un decreto del 1813 esonerava da ogni castigo gli apostati volontari, cioè i Cristiani che dichiaravano spontaneamente di abbandonare la fede cristiana, ma colpiva tutti gli altri.

Nell’anno 1815 vennero emessi altri due decreti con i quali si approvava la condotta del Vicerè del Sichuan, che aveva fatto decapitare mons. Dufresse, delle Missioni Estere di Parigi, e parecchi cristiani cinesi. Ne conseguì un inasprimento della persecuzione. Fra questi Martiri, 3 appartenevano alle Mis­sioni Estere di Parigi, M.E.P. (1 vescovo e 2 sacerdoti), 4 erano sacerdoti diocesani e 17 erano laici ad essi „associati“: Ecco i loro nomi:

7. GIOVANNI GABRIELE TAURIN DUFRESSE, M.E.P., vescovo di Tabraca e Vicario Apostolico del Su-Tchuen (1750-1815), nacque l’8 dicembre 1750 a Lezoux (Puy-de-Dôme), Francia. Nel 1775, si ascrisse tra i membri della Società per le Missioni Estere di Parigi. Ordinato sacerdote, partì, il 4 dicembre 1775, per la Missione del Su-Tchuen in Cina. Ben presto divenne perito nella lingua del paese. Allora, il Vicario Apostolico, mons. Portier, gli affidò la parte setten­trionale della Provincia, dove i cristiani erano dispersi per città e villaggi. Sul cadere del 1784, dall’Imperatore Khien-Long furono emanati decreti di proscri­zione contro gli europei e la fede da essi praticata. Il P. Dufresse, con altri 2 missionari, fu inviato prigioniero a Pekino. Dopo 6 mesi furono rilasciati con l’ordine o di restare a Pekino o di tornarsene a Macao. Il P. Dufresse preferì partire per Macao, da dove, il 14 gennaio 1789, di nuovo toccò la sua meta, Tchen-Tou. Il 15 dicembre 1801 succedette al suo Vescovo, che era deceduto. Dal 1805, gli editti di persecuzione ripresero e non diedero più pace al prelato, costretto a trasferire di paese in paese la sua sede e a condurre una vita randagia. Il 18 maggio 1815 fu arrestato, condotto a Tchen-Tou, condannato e giustiziato il 14 settembre dello stesso anno. Il 27 maggio 1900 fu beati­ficato da Leone XIII.

8. AUGUSTO CHAPDELAINE, M.E.P., nacque il 6 gennaio 1814 a La Rochel­le, Francia. Ordinato sacerdote, fu nominato vicario e più tardi parroco del villaggio di Boucey. Entrato nel Seminario delle Missioni Estere di Parigi, s’imbarcò, il 29 aprile 1852, per la Missione del Kouang-Tong e Kouang-Si, dove arrivò il 3 dicembre 1854. Appena arrivato, fu denunciato una prima volta ed una seconda volta nel 1856. Per aver rifiutato di rinunciare alla fede cattolica fu condannato, dopo essere stato ferocemente picchiato e torturato, a morire nella gabbia. Ma spirò la notte seguente. II suo corpo fu decapitato e dato in pasto ad animali. La data esatta della sua morte è incerta: tra il 26 ed il 29 febbraio 1856. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

9. AGOSTIN TCHAO, sacerdote diocesano della Missione del Su-Tchen, nacque nella Provincia di Kouy-Tcheou, in una famiglia pagana. Fu uno dei soldati che, nel 1785, scortarono il padre Gabriele Dufresse da Tchen-Tou a Pekino. La pazienza con la quale il padre Dufresse tollerava la prigionia com­mosse il suo cuore e, tornato nel Su-Tchuen, chiese di essere annoverato tra i neofiti. Battezzato, fu mandato nel Seminario e ordinato sacerdote. Sollecito, di villaggio in villaggio, recava ai fedeli il conforto della parola e dei sacramenti. Verso la fine del 1814 fu arrestato ed ebbe a soffrire crudelissimi supplizi. Agonizzante, fu ricondotto in carcere, dove morì nel 1815. La sentenza di morte, emanata dai mandarini, fu approvata dall’imperatore il 9 maggio 1815, quando Agostino era già morto. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

10. GIUSEPPE JUAN, sacerdote diocesano della Missione del Su-Tchuen, nacque nel 1765, in una famiglia pagana, nella città di Pe-Choui-Hien. Battez­zato, divenne l’esempio dei neofiti per l’osservanza dei doveri cristiani. Ordinato sacerdote da mons. Dufresse, evangelizzò vari distretti. Intanto, infieriva la persecuzione suscitata dall’imperatore Kia-Kin. Giuseppe fu arrestato nell’ago­sto del 1816. In tribunale non valsero ne lusinghe ne minacce per trargli di bocca il nome e l’asilo dei missionari europei e sacerdoti locali. Perciò fu condannato allo strangolamento. La sua prigionia si protrasse quasi per un anno. Fu strangolato il giorno 24 giugno 1817. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

11. PAOLO LIU HANZUO, sacerdote diocesano della Missione del Su­-Tchuen, nacque a Lo-Tche-Hien nel 1778. Ordinato sacerdote a 30 anni, gli fu affidata la cura di vari distretti. Si distinse per la sua amabilità, modestia, semplicità. L’infuriare della persecuzione raddoppiò il suo zelo. Dopo il suo arresto fu condotto a Tchen-Tou, dove fu dal mandarino sottoposto ad esame, nel quale si dichiarò sacerdote e risoluto a morire, piuttosto che rinnegare la fede cattolica. Fu picchiato e rinchiuso nella prigione in attesa di un rescritto imperiale. Giunto questo rescritto, futrangolato il 13 febbraio 1818. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

12. TADEO LIU RUITING, sacerdote diocesano della Missione del Su­-Tchuen, nacque nel 1773. Fu ordinato sacerdote intorno ai 35 anni ed evange­lizzò vari distretti nel Su-Tchuen. Arrestato, fu rinchiuso nel carcere di Ku­-Hien, nel 1821. In tribunale, rifiutò di apostatare, dicendo che era sacerdote e voleva essere fedele alla religione che aveva predicato. Alla fine, il tribunale di Ku-Hien lo condannò a morte. La decisione fu rimessa all’Imperatore. Dopo più di 2 anni di attesa, il mandarino gli annunziò che l’Imperatore l’aveva condannato a morte. Fu strangolato il 30 novembre 1823. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

13. PIETRO LIU WENYUAM, laico catechista, nacque nel 1760 a Kouy-Yang, capitale della provincia di Kouy-Tcheou, da famiglia pagana. Un cristiano che abitava a lui vicino lo istruì nella dottrina cristiana per consentirgli di essere poi battezzato. Nel 1814 fu arrestato insieme a Gioacchino Ho e mandato a Pekino, dove, per la sua fermezza, fu con altri cristiani condannato all’esilio in Tartaria. Vi rimase 17 o 18 anni, dopo di che ritornò a Kouy-Yang. Nel 1834 fu arrestato di nuovo e strangolato il giorno 17 maggio dello stesso anno. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

14. PIETRO WU GUOSHENG, laico catechista, nacque a Long-Pin-Tchang, provincia di Kouy-Tcheou, nel 1768, da famiglia pagana. Nel 1796 ricevette il battesimo. Arrestato nel 1812, fece della sua prigionia un oratorio dove non cessò di pregare ad alta voce con gli altri prigionieri e predicare loro le verità della religione. Tutti i tentativi per farlo apostatare furono vani. Era già in prigione da 2 anni e mezzo, quando arrivò dall’Imperatore la ratifica della sentenza di morte emessa contro di lui. Fu strangolato il giorno 7 novembre 1814. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

15. GIACOMO HAO KAIZHI, catechista, nacque a Tchao-Tso, villaggio della provincia di Kouy-Tcheou, nel 1774, da famiglia pagana. Fu battezzato all’età di 20 anni circa. Nella grande persecuzione del 1814 fu preso con un gran numero di fedeli, condotto a Kouy-Yang e sottoposto a crudeli torture. Insieme con il santo Pietro Lieou fu mandato in Tartaria, dove rimase 17 o 18 anni. Nel 1839 fu arrestato di nuovo. Si rifiutò sempre di apostatare. Confermata dal­l’Imperatore la sentenza di morte, fu strangolato il 9 luglio 1839. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

16. LORENZE BAI XIAOMAN era un modesto operaio, nato in provincia di Kouy-Tcheou nel 1821, venuto nel Kouang-Si a vent’anni, in cerca di lavoro. Fu battezzato dal santo Chapdelaine. Da quel momento divenne fervente cristiano e solo la morte poté separarlo dallo zelante missionario. Avendolo accompagnato nell’asilo offerto al missionario a Sy-Lin-Hien, fu arrestato con lui e condotto in tribunale. Minacce, torture, niente poté farlo apostatare. Fu decapitato il giorno 25 febbraio 1856. Il 27 maggio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

17. AGNESE CAO GUIYING, vedova, nacque nel 1821 da antica famiglia cristiana. A 18 anni sposò un contadino cristiano di nome, ma non di costumi, che la trattò con durezza. Dopo la morte del marito fu accolta da una pia donna. Fu allora proposta al santo Chapdelaine per istruire le giovinette recentemente convertite nel Kouang-Si. Le speranze riposte nella sua cooperazione furono coronate da successo. Nel 1856 venne arrestata e condannata a morire nella gabbia. Fu giustiziata il 1° marzo 1856. Aveva solo 30 anni. Il 27 maggio 1900 fu beatificata da Leone XIII.

18. GIUSEPPE ZHANG DAPENG, laico catechista, nacque nel 1754 da genitori pagani nella città di Tou-Yun-Fou, nella provincia del Kouy-Tcheou. All’età di 40 anni lasciò la sua patria e si portò nella metropoli Kouy-Yang, dove si dedicò al commercio. Nel 1798 si recò a Long-Pin, dove si trovava il Padre Mathias Lo, che lo battezzò nel 1800. Tornato a Kouy-Yang, fu l’anima della missione. Frattanto, infierirono le persecuzioni contro i cristiani. Zhang poté evitare le prime persecuzioni, allontanandosi per un certo tempo dalla capitale. Nel mag­gio 1814, un suo cognato lo denunciò e lo diede in mano ai soldati. Fu impri­gionato a Kouy-Yang e strangolato il 12 marzo 1815. Il 2 maggio 1909, fu beatificato da Pio X.

Gli altri martiri canonizzati si dividono in 3 gruppi, che si possono desi­gnare secondo il luogo del loro martirio. Essi sono i martiri di Mao-Keou, di Tsin­-Gay e di Kay-Tcheou.


1. Martiri di Mao-Keou († 28 gennaio 1858)

Mao-Keou è una borgata nella provincia di Kouy-Tcheou. Fin dal 1852 vi fioriva la religione cristiana. Tra i più benemeriti di questa effervescenza di vita cristiana sono da annoverarsi due catechisti, Girolamo Lu e Lorenzo Wang, e una vergine, Agata Lin.

Sorta l’idea di costruire nel paese una chiesa, Girolamo Lu volle che sor­gesse dentro l’abitato. Un suo zio e un suo cugino erano contrari e, appena fu posta la prima pietra, corsero dal mandarino Tay-Lou-Iche per fargli impedire la costruzione iniziata. Il mandarino, chiamati a sé i due catechisti Girolamo e Lorenzo, chiese loro di rinunciare alla loro religione: ciò che essi non accettarono. Quel giorno, i due catechisti furono congedati. Ma la mattina seguente comparvero di nuovo dinanzi al mandarino i due catechisti e anche la vergine Agata Lin. Anche questa volta il magistrato chiese a tutti e tre di pentirsi e di rinunciare alla loro religione. A causa della loro risposta negativa furono condannati alla decapitazione, ciò che avvenne il 28 gennaio 1858.

19. GIROLOMO LU TINGMEI, catechista, nacque nel 1810 a Mao-Keou da genitori pagani. Era un maestro di scuola stimatissimo. Avendo letto un libro di apologia cristiana, si convertì, fu battezzato e portò al cristianesimo tutta la sua famiglia. Nel 1853 si recò nel Kouy-Yang dove percorse uno a uno villaggi ben disposti e reclutò 200 pagani per la fede cristiana. Contemporaneamente facilitò l’arrivo in quelle parti del padre Chapdelaine. Durante l’anno 1856 ritornò a Mao-Keou, dove, il giorno 28 gennaio 1858, venne decapitato. I1 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

20. LORENZO WANG BING, catechista, nacque nel 1811 da genitori cristiani a Kouy-Yang. A 20 anni sposò Maria-Ly-Che, dalla quale ebbe 5 figli. Nel 1853 venne nominato catechista, ufficio che esercitò con il più grande zelo. Percorse parecchi villaggi, traendo dappertutto pagani alla fede. Di ritorno da una di queste sue spedizioni apostoliche arrivò a Mao-Keou, dove era conosciuto dai cristiani, specialmente da Girolamo Lu. Insieme a Girolamo Lu ed Agata Lin rifiutò di rinunciare alla sua religione, fu arrestato e decapitato il 28 gennaio 1858. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

21. AGATHA LIN ZHAO , catechista, nacque nel 1817 a Ma-Tchang, mentre suo padre era detenuto in carcere per la fede. Fin da giovinetta ebbe l’idea di consacrarsi a Dio, idea alla quale nel resto della vita fu così fedele da ricusare tre proposte di matrimonio. Impiegata per l’insegnamento secondo il bisogno, si portò nei villaggi che le erano assegnati. Alla fine le fu affidata la cura delle fanciulle di Mao-Keou, dove fu ospitata da Girolamo Lu. Mentre si trovava a Mao-Keou, le pervenne la notizia del martirio del missionario Chapdelaine. Per aver rifiutato di rinunciare alla sua religione, fu decapitata il giorno 28 gennaio 1858, insieme a Girolamo Lu Tingmei e Lorenzo Wang Bing. Il 2 maggio 1909 fu beatificata da Pio X.

2. Martiri di Tsin-Gay (Kouy-Tcheou)

Il giorno 12 giugno 1861, due seminaristi, Giuseppe Zhang e Paolo Chen, e il cristiano Giovanni Battista Luo furono arrestati nel Seminario maggiore della provincia di Kouy-Tcheou, vicino a Tsin-Gay. Conducendoli al supplizio, i soldati aggiunsero a loro una pia vedova, Marta Wang, che si era fatta la serva dei confessori della fede durante la loro prigionia.

22. GIUSEPPE ZHANG, seminarista, nacque nel 1832 da genitori cristiani. Dopo qualche anno di studi nel seminario minore e lo studio di filosofia divenne catechista. Finalmente fu ammesso nel grande seminario di Tsin-Gay per la teologia. Arrestato insieme a Paolo Chen il 12 giugno 1861, fu decapitato il 29 luglio 1861. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

23. PAOLO CHEN CHANGIN, seminarista, nacque da genitori pagani nel 1838. Assistito ad opera della Santa Infanzia e istruito nelle verità cristiane, fu ammesso nel seminario minore nel 1853. Nel novembre 1860 entrò nel semi­nario maggiore di Tsin-Gay, dove ebbe come compagno Giuseppe Zhang, insieme al quale venne arrestato e decapitato il 29 luglio 1861. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

24. GIOVANNI BATTISTA LUO TINGYING, coltivatore, nacque da genitori pagani nel 1825. Dietro le esortazioni di un cristiano, all’età di 30 anni passò, insieme alla moglie, al cristianesimo. Avendo accettato l’ufficio di ministro del seminario maggiore, che allora si andava edificando a Tsin-Gay, si guadagnò presto la fiducia del superiore. Insieme ai due predetti seminaristi, anch’egli fu decapitato il 29 luglio 1861. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

25. MARTA WANG nata LUO, vedova, nacque verso il 1802. Mortole il marito e priva di figli, si trasferì a Tang-Chan, a due passi da Tsin-Gay, dove la missione aveva una piccola proprietà. Lì ricevette il battesimo. Apertosi il seminario maggiore, il rettore ve la chiamò in qualità di cuoca. Arrestati i tre sopraddetti santi, essa si recò a Tsin-Gay per somministrare loro dei soccorsi. Fu decapitata insieme a loro il giorno 29 luglio 1861. Il 2 maggio 1909 fu beatificata da Pio X.

3. Martiri di Kay-Tcheou (Kouy-cheou)

I martiri di Kay-Tcheou sono 5: padre Giovanni Pietro Néel, M.E.P., Martino Wu, Giovanni Zhang, Giovanni Chen e Lucia Yi.

I primi 4 furono arrestati e decapitati insieme il 18 febbraio 1862. Lucia fu imprigionata qualche ora dopo e decapitata il giorno dopo, 19 febbraio.

26. GIOVANNI PIETRO NÉE, sacerdote M.E.P., nacque a Sainte-Catherine­-sur-Riverie (Rhóne), Francia, nel 1832. Nel 1855 fu ammesso nel Seminario delle Missioni Estere di Parigi. Ordinato sacerdote il 29 maggio 1858, il 29 successivo s’imbarcò per Kouy-Tcheou. Nell’aprile ’59 arrivò a Hong-Kong e il 2 dicembre dello stesso anno a Kouy-Yang (Guiyang). L’anno seguente già amministrava una ventina di comunità. All’inizio del 1862 lavorava alla fondazione di una nuova comunità a Kia-Cha-Long, quando, il 18 febbraio, per ordine del generale Tien, grande nemico dei cristiani, fu arrestato insieme ai neofiti Martino Wu, Giovanni Zhang e Giovanni Chen. Condotti a Kay­-Tcheou, comparirono davanti al sotto-prefetto Tai-Lou-Che. Lo stesso giorno furono condotti fuori della città e decapitati. Era il 18 febbraio 1862. Il 2 maggio 1909 Giovanni Pietro Néel fu beatificato da Pio X.

27. MARTINO WU XUESHENG, catechista, nacque nel 1817. A 20 anni sposò Agata Chang, la quale presto lo abbandonò per vivere in città, a Kouy-Yang, nel vizio. Martino tentò tutti i mezzi per ricondurla sulla retta strada, ma inutilmen­te. Nel 1850 si consacrò al servizio della missione. Divenuto catechista, percorse parecchi villaggi, lasciando ovunque tracce e frutti del suo messaggio. Da ultimo pervenne nel villaggio di Kia-Cha-Long, dove rimase al fianco del missionario Néel, insieme al quale venne decapitato il 18 febbraio 1862 a Kay-Tcheou. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

28. GIOVANNI ZHANG TIANSHEN, catechista, nacque in famiglia pagana nel 1805 a Kia-Cha-Long, dove rimase per tutta la vita. Convertitosi dal Buddismo, mostrò uno zelo ammirevole per condurre alla fede parenti e amici. Il 16 febbraio 1862 ricevette dalle mani del missionario Néel il battesimo. Qualche giorno dopo, il 18 febbraio 1862, venne decapitato insieme al missionario Néel a Kay-Tcheou. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

29. GIOVANNI CHEN XIANHENG, catechista, nacque da genitori pagani nel Su-Tchuen. Si portò, trentenne, a Kouy-Yang per affari di famiglia. Lì, in seguito ad alcune conversazioni avute con cristiani, abbracciò la fede cattolica e poco dopo fu battezzato. Dapprima servì la missione a Gan-Chouen, poi fu inviato a Kia-Cha-Long per coadiuvare il missionario Néel, col quale venne decapitato il 18 febbraio 1862. Il 2 maggio 1909 fu beatificato da Pio X.

30. LUCIA YI ZHENMEI, catechista, nacque nel 1815, nella provincia del Su-­Tchuen. Fu battezzata nell’infanzia. Giovinetta non esitò a consacrare la sua verginità a Dio: per questo fu incaricata dai missionari come catechista. Da ultimo, si trasferì a Kouy-Yang. Il 25 dicembre 1861 fu mandata a Kia-Cha-­Long per aiutare il missionario Néel. Lì fu arrestata il 18 febbraio 1862 e decapitata il 19 febbraio 1862. Il 2 maggio 1909 fu beatificata da Pio X.

CONGREGAZIONE DELLA MISSIONE (LAZZARISTI)

31. FRANCESCO REGIS CLET nacque a Grenoble, il 19 agosto 1743. Verso il ventunesimo anno di età entrò nel noviziato di Lione della Congregazione della Missione (Lazzaristi). Lì emise i voti, il 18 marzo 1771, e fu ordinato sacerdote il 27 marzo 1773. I superiori lo mandarono allora come professore di teologia al Grande Seminario di Annecy. Qui trascorse quindici anni nella più grande stima per la sua santità e la sua cultura, tanto da essere chiamato « biblioteca vivente ». Nel 1788 venne nominato direttore dei novizi a San Lazzaro. L’anno seguente scoppiò la rivoluzione, la folla irruppe nella Casa di San Lazzaro e Francesco fu obbligato a lasciare la Francia. Nell’aprile 1791 s’imbarcò per la Cina, dove trascorse per trent’anni una vita sacrificata di missionario, evangelizzando tre immense province dell’Impero cinese: il Kiong-Si, l’Hou-Pe e 1’Ho-Nan. Scoppiata una violenta persecuzione, fu obbli­gato a fuggire nei boschi ed a nascondersi nelle caverne. Tradito da un cristiano, venne portato davanti ai giudici e gettato in prigione, dove non gli fu rispar­miato nessun supplizio. In ginocchio su delle punte di ferro, con delle travi ai piedi e alle mani in mezzo alle più atroci sofferenze, sopportava tutto senza emettere il minimo lamento. L’Imperatore infine comandò che fosse strango­lato. L’esecuzione di questa sentenza ebbe luogo il 17 febbraio 1820. Il 27 mag­gio 1900 fu beatificato da Leone XIII.

FRATI MINORI FRANCESCANI E SOCI

Nel giugno 1840 il Commissario imperiale di Guangdong, volendo a ragione sopprimere il commercio dell’oppio che era in mano agli inglesi, aveva fatto gettare in mare più di 20 mila casse di questa droga. Era stato questo il pretesto dell’immediata guerra, vinta dagli inglesi. Conclusasi questa guerra, la Cina dovette firmare nel 1842 il primo trattato internazionale dei tempi moderni, seguito ben presto da altri con l’America e la Francia. Approfittando dell’occa­sione, la Francia si sostituì al Portogallo come potenza protettrice delle missioni e venne di conseguenza emanato un doppio decreto: l’uno nel 1844, per cui era permesso ai Cinesi di seguire la religione cattolica, e l’altro nel 1846, con il quale le antiche pene contro i cattolici venivano soppresse.
La Chiesa poté da allora vivere all’aperto ed esercitare la sua azione mis­sionaria, sviluppandola anche nell’ambito dell’educazione superiore, universita­ria, e della ricerca scientifica.


Con il moltiplicarsi di vari Istituti culturali ad alto livello e grazie alla loro ben apprezzata attività, vennero gradualmente a stabilirsi legami sempre più profondi fra la Chiesa e la Cina con le sue ricche tradizioni culturali. Questa collaborazione con le autorità cinesi favorì in modo crescente il reciproco apprezzamento e la condivisione di quei veri valori che devono reggere ogni società civile. Trascorse così un secolo di espansione delle missioni cristiane, fatta eccezione per il periodo in cui si abbatté su di esse la sciagura dell’insur­rezione dell’« Associazione della giustizia e dell’armonia » (comunemente nota come dei « Boxers »), che si verificò all’inizio del secolo XX. In questa rivolta confluirono tutte le società segrete e l’odio accumulato e represso contro gli stranieri negli ultimi decenni del secolo XIX a causa delle vicissitudini politiche e sociali seguite alla « guerra dell’oppio » e all’imposizione dei cosiddetti « Trat­tati disuguali » da parte delle Potenze Occidentali.

Il 1° luglio 1900 fu emesso un editto in cui si diceva, in sostanza, che ormai il tempo delle buone relazioni con i Missionari europei e i loro cristiani era passato: che i primi dovevano essere subito rimpatriati e i fedeli costretti all’a­postasia, pena la morte. All’Editto imperiale tennero dietro i Decreti di vera e propria persecuzione emanati dal Viceré Jü-Sien. Fu un’ecatombe di cattolici e protestanti. Circa 100.000 persone furono messe a morte a motivo della loro fede.

Dei 2.855 martiri appartenenti ai Vicariati francescani in Cina, 29 sono tra i canonizzati del 2000, 26 appartenevano allo Jiangxi e 3 all’Hunan.

32. GIOVANNI FRANCESCO MARIA LANTRUA (da Triora), sacerdote, nacque a Triora (Imperia) da Antonio Maria Lantrua e Maria Pasqua Ferreironi, il 15 marzo 1760. All’età di 17 anni fu accolto tra i Frati Minori della Provincia Romana. Nel 1799 giunse a Macao, dove restò per circa tre anni, operando con fervore per l’annuncio del Vangelo. Nel 1804 passò nello Jiangxi, restandovi fino al 1812. Vigevano in quella provincia severissimi editti contro il cristiane­simo e non mancavano delatori ben compensati. Nel 1812, un catechista lo tradì come europeo e ministro della religione cristiana. Padre Triora riuscì, travestito da contadino, a rifugiarsi nell’Hunan, dove, nell’estate 1815, venne inasprita la persecuzione, diversi missionari e catechisti furono messi in prigione ed altri furono condannati a morte. Giovanni Francesco Maria morì strangolato il 7 febbraio 1816. Fu beatificato il 27 maggio 1900. Il 27 mag­gio 1900 fu beatificato da Leone XIII.


1. Martiri dello Jiangxi († 9 luglio 1900)

FRATI MINORI (FRANCESCANI)

33. GREGORIO GRASSI, vescovo, nacque il 13 dicembre 1833 a Castellazzo Bormida (Alessandria) da Giovanni Battista Grassi e Paola Francesca Mocca­gatta. Il 2 novembre del 1848 entrò nell’Ordine dei Frati Minori ed emise la professione solenne il 14 dicembre 1849. Terminati gli studi filosofici e teolo­gici, fu ordinato sacerdote il 17 agosto 1856. Due anni dopo era a Roma per prepararsi alle Missioni di Cina, dove si diresse verso la fine del 1860. Destinato allo Jiangxi, lavorò per diversi anni nel Distretto di Tee-yuen-sien, per poi passare a Tayuanfu, capitale della Provincia. Nel 1876 fu nominato vescovo coadiutore del Vicario Apostolico dello Jiangxi e nel 1891 divenne responsabile del Vicariato. Fu assiduo nel lavoro apostolico, come pure nella difesa dei missionari. Alla vigilia del martirio, invitato a fuggire, rispose: « Fin dall’età di dodici anni desiderai e chiesi a Dio di essere martire, e ora, ch’è giunto il sospirato momento, dovevo fuggire? ». Il 9 luglio 1900 fu ucciso a Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

34. FRANCESCO FOGOLLA, vescovo, nacque a Montereggio, nella Lunigiana, il 4 ottobre 1839, da Gioacchino Fogolla ed Elisabetta Ferrari. Vestì l’abito francescano nel 1858 e nel 1859 emise la sua professione religiosa. Ordinato sacerdote il 19 settembre 1863, partì per le missioni della Cina nel 1866 con destinazione Tayuanfu, nello Jiangxi. In qualità di Vicario Generale, si dedicò a visitare le comunità cristiane, ad amministrare i Sacramenti, a predicare a cri­stiani e non cristiani. Durante un viaggio a Parigi lo sopraggiunse la notizia della sua nomina a vescovo coadiutore di mons. Grassi ed ivi fu consacrato il 24 agosto 1898. Percorse la Francia, il Belgio, l’Inghilterra per cercare aiuti e sussidi, e riprese il viaggio per la Cina nel 1899 con un drappello di nove giovani missionari. Mentre si accingeva al lavoro nel nuovo ufficio, lo colse la tempesta del 1900, con l’avvento nello Jiangxi del sanguinario governatore Jü-Sien. Al fratello che lo invitava insistentemente a tornare in Italia scriveva: « Desidero di morire con le armi in mano, combattendo contro l’inferno per essere più vicino a volarmene al Cielo ». Il 9 luglio 1900 fu ucciso nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

35. ELIA FACCHINI, sacerdote, nacque a Reno Centese (Ferrara), il 2 luglio 1839, da Francesco Facchini e Marianna Guaialdi. Emise la sua professione religiosa il 1° novembre 1859. Il 18 dicembre 1864 fu ordinato sacerdote e nel 1866 decise di andare nelle missioni della Cina. Nell’aprile 1868 giunse a Tayuanfu, dove fu chiamato ben presto a dirigere il Seminario indigeno ed ad insegnare lettere e teologia. Fu autore di un vocabolario latino-cinese, di una raccolta di frasi idiomatiche cinesi, di un compendio di Teologia per seminaristi e un riassunto della Summa Teologica di S. Tommaso in latino-cinese. Nel 1893 fu nominato Superiore e Maestro di Novizi nel Convento di Tun-el-Keun, costrui­to da mons. Grassi. Venne richiamato ben presto a Tayuanfu dai suoi giovani, nei primi del 1900, allorché presagì il vicino martirio. « Se mi ammazzeranno – era solito dire – andrò in Paradiso più presto ». Il 9 luglio 1900 fu ucciso nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

36. TEODORICO BALAT, sacerdote, nacque il 23 ottobre 1858 a S. Martino di Tours, nella Diocesi di Albi, da Giovanni Francesco e Rosa Taillefer. Vestì l’abito francescano nel 1880 ed emise la professione semplice nel 1881 e quella solenne il 2 luglio del 1884. Nell’ottobre dello stesso anno giunse in Cina, dove mons. Grassi lo chiamò a ricoprire i delicati uffici d’insegnante nel Seminario Minore, di Maestro dei Novizi, di Promotore delle Missioni e di Cappellano delle Suore Francescane Missionarie di Maria e dell’orfanotrofio. Fu in quest’ul­timo ufficio che lo colse la persecuzione. Consigliato a fuggire, rispose con coraggio: « Il dovere è di restare ». Quando il tiranno Jü-Sien venne coi suoi soldati, egli recitava tranquillamente il Breviario. Si alzò, benedisse le religiose e le accompagnò coraggiosamente al supplizio, dividendo con esse la palma del martirio. Fu ucciso, il 9 luglio 1900, nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

37. ANDREA BAUER, religioso fratello, nacque a Guebiller, in Alsazia, Fran­cia, il 24 novembre 1866, da Luca Bauer e Lucia Moser. Il 12 agosto 1886 vestì l’abito francescano in qualità di religioso fratello. Raggiunse Tayuanfu i1 4 mag­gio 1899. Il vescovo mons. Grassi gli affidò la direzione del personale laico della casa e dell’ambulatorio, oltre ai servizi propri dei Fratelli. Qui egli attese, senza opporsi, la bufera del 1900 e, con essa, colse la palma del martirio. Il 9 luglio 1900 fu ucciso nello Jiangxi. I1 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

FRANCESCANE MISSIONARIE DI MARIA (F.M.M.)

Ai martiri francescani del Primo Ordine si aggiungono sette Francescane Missionarie di Maria, condotte in Cina da mons. Fogolla il 4 maggio 1899: tre francesi, Suor Maria Ermellina di Gesù, Suor Maria di S. Natalia, Suor Maria di S. Giusto; due italiane, Suor Maria della Pace, Suor Maria Chiara; una belga, Suor Maria Amandina; una olandese, Suor Maria Adolfina. Le Suore France­scane Missionarie di Maria sono state fondate dalla Santa Hélène de Chappotin de Neuville il 6 gennaio 1877.

38. MARIA ERMELINA DI GESÙ (al sec.: Irma Grivot) nacque il 28 aprile 1866 a Baune (Dijon), in Francia, ed era la Superiora del drappello. Dotata di non comune ingegno, aveva percorso brillantemente gli studi fino ad ottenere il diploma d’insegnamento. Nel 1896 emise la professione religiosa nell’Istituto delle Francescane Missionarie di Maria e il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina. Invitata a lasciare con le compagne il campo di combatti­mento al momento della prova, si decise di seguire i vescovi e i missionari nel carcere e al luogo del supplizio, divenendo protomartire del suo Istituto, all’età di 34 anni, il 9 luglio 1900 nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.

39. MARIA DELLA PACE (al sec.: Maria Anna Giuliani), assistente della Superiora, è la più giovane delle Protomartiri, essendo nata a Bolsena (Viterbo) il 13 dicembre del 1875. Entrò tra le Francescane Missionarie di Maria nel 1892 e il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina. Anima eminentemente musicale, all’apparire dei carnefici intonò il Te Deum, che le compagne prose­guirono fino al momento del martirio. Fu uccisa, il 9 luglio 1900, nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.

40. MARIA CHIARA (al sec.: Clelia Nanetti) nacque il 9 gennaio 1872 a S. Maria Maddalena, in Diocesi di Adria-Rovigo. Nel 1892 entrò tra le Francescane Missionarie di Maria ed il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina, dove fece onore al suo programma di vita: « Le mani al lavoro e il cuore lassù ». Con una vita di raccoglimento, di lavoro e intensa pietà, si preparò al martirio. Fu alla testa del drappello delle Suore diretto al luogo del supplizio e anche la prima a cui venne tagliata la testa, il 9 luglio 1900, nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.

41. MARIA DI SANTA NATALIA (al sec.: Giovanna Maria Kerguin) nacque a Belle-Isle-en-Terre, in Francia, il 5 maggio 1864. All’età di 24 anni divenne Francescana Missionaria di Maria e il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina. Era la più anziana di età del drappello, ma anche la più semplice e la più umile fra tutte. Il lavoro indefesso compiuto nell’atmosfera della letizia france­scana e la sofferenza fisica sono le due caratteristiche di quest’anima. Il 9 luglio 1900 fu uccisa nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.

42. MARIA DI SAN GIUSTO (al sec.: Anna Moreau) nacque a Rouen, nella Loira Inferiore, Francia, il 9 aprile 1866. Dalla lettura degli Annali della Propa­gazione della Fede nacque la sua vocazione missionaria. « Andare in Cina, fare qualcosa di grande e dare finalmente la vita per i poveri cinesi… Ecco il mio sogno! ». Prese l’abito delle Francescane Missionarie di Maria nel 1890 e il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina, dove fu un vero modello di attività e di pietà. Il 9 luglio 1900 fu uccisa nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.

43. MARIA ADOLFINA (al sec.: Anna Dierk) nacque ad Ostendrecht, in Olanda, l’8 marzo 1866. Nel 1892 entrò tra le Francescane Missionarie di Maria e il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina. L’anno trascorso in Cina fu santificato anche dalla piena osservanza della Regola, nell’obbedienza, nel prodigarsi dalla mattina alla sera e spesso anche nelle ore silenziose della notte nel servizio a tutti. Seppe combattere da valorosa ed affermare la sua fede davanti al tiranno. Il 9 luglio 1900 fu uccisa nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.


44. MARIA AMANDINA (al sec.: Paola Jeuris) nacque a Schakebroeck, in Belgio, il 28 dicembre 1872. Entrò fra le Francescane Missionarie di Maria nel 1895 ed il 4 maggio 1899 mons. Fogolla la condusse in Cina. Qui fu posta alla direzione dell’ambulatorio dove gli infermi accorrevano numerosi e dove trovarono sempre la suora sorridente e pronta a dar loro, con il farmaco, una buona parola. I Cinesi la chiamavano la « vergine europea che ride sempre », per la sua inalterabile serenità. Quando il 9 luglio 1900 le fu recisa la testa nello Jiangxi, non aveva ancora 28 anni. Il 24 novembre 1946 fu beatificata da Pio XII.

FRANCESCANI SECOLARI (O.F.S.)

45. GIOVANNI ZHANG JINGGUANG, nacque nel 1877 a Tae-kuo, in Cina, entrò nel Seminario Minore a 11 anni, dapprima a Ko-lao-kou e poi a Tayuanfu, sotto la disciplina del padre Facchini, dove iniziò gli studi teologici e fece progressi, divenendo Terziario francescano. D’indole vivace, fu d’esempio a tutti. A 23 anni, i1 9 luglio 1900, fu ucciso nello Jiangxi come primo del gruppo dei cinque seminaristi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

46. PATRIZIO DONG BODI, seminarista, nacque nel 1882 a Ku-tcen-in, in Cina. Compiuto il ginnasio, passò per gli studi filosofici e teologici a Tayuanfu. Mons. Fogolla premiò la bontà del suo chierichetto, prendendolo a compagno di viaggio in Italia in occasione dell’Esposizione Internazionale di Torino del 1898. Con lui peregrinò in Francia, Belgio e Inghilterra, lasciando dovunque impressione di un’anima candida e privilegiata. Terziario fervente, si preparava ad entrare nel Noviziato indigeno di Tongel-Kuu, quando, sorpreso dalla bufera della persecuzione, offrì impavido la testa al carnefice all’età di 18 anni, 9 luglio 1900, nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

47. GIOVANNI WANG RUI, seminarista, nacque nel 1884 a Sin-li-tsun, in Cina. Per la bontà e il suo amabile carattere era il beniamino del Seminario, e anch’egli, membro dell’Ordine Francescano Secolare, fu con Patrizio Dong Bodi all’Esposizione di Torino del 1898. Divenne l’idolo dei visitatori che affollavano il Padiglione missionario. Di fronte all’eccidio diede un esempio di serenità di fortezza. Fu ucciso nello Jiangxi il 9 luglio 1900. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

48. FILIPPO ZHANG ZHIHE, seminarista, nacque nel 1880 a San-Kin-iu, in Cina. Era ammirato ed amato dai suoi maestri e compagni, che in lui vedevano sempre il chierico buono e caritatevole. Faceva parte del Terz’Ordine France­scano. I1 9 luglio 1900 fu ucciso nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

49. GIOVANNI ZHANG HUN, seminarista, nacque a Nan-sce, in Cina, nel 1882. Il padre Elia Facchini, che ne ammirava l’indole buona e la virtù non comune, lo ammise nell’Ordine Francescano Secolare. All’età di 18 anni, il 9 luglio 1900, fu ucciso nello Jiangxi. I1 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

50. TOMMMASO SHEN JIHE, domestico, nacque nel 1851 a Lu-ngan-fu, in Cina. Divenne Terziario francescano per mano di mons. Fogolla. Visse con mons. Grassi e per 10 anni fu con lui un vero modello di fedeltà e di obbe­dienza. Vescovo e domestico s’erano intesi perfettamente ed andarono l’uno a fianco dell’altro al martirio. Il 9 luglio 1900 fu ucciso nello Jiangxi. Il 24 novem­bre 1946 fu beatificato da Pio XII.

51. SIMONE QIN CHUNFU, catechista, figlio di antichi e ferventi cristiani, nacque nel 1854; aveva sentito la chiamata al Sacerdozio, a cui dovette rinun­ziare per malattia ritenuta incurabile. Terziario francescano, per 30 anni fu servitore fedele di mons. Fogolla. Esercitò l’ufficio di catechista, rimanendo volontariamente celibe per poter servire totalmente il Signore. Il Fogolla lo volle con sé nel suo viaggio in Italia e non lo abbandonò nel martirio. Il 9 luglio 1900 fu ucciso nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

52. PIETRO WU ANBANG nacque a Liu-lin-tsuen, in Cina, nel 1860. Anch’egli sentì nella giovinezza l’aspirazione al Sacerdozio. Fu Terziario francescano e seminarista. Ma non essendo questa la sua vocazione, abbandonò la veste talare, pur conservandosi celibe per tutta la vita. Arrestato alle porte della città, mentre portava aiuti ai missionari, con le mani legate dietro la schiena fu sospeso ad una trave dove rimase fino a sera. Liberato, riprese la via della chiesa e, stringendosi maggiormente ai vescovi e ai missionari, andò con essi contento al martirio, a 40 anni di età. Fu ucciso il 9 luglio 1900 nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

53. FRANCESCO ZHANG RONG, agricoltore, nacque nel 1838 in Cina. Come modesto agricoltore pensava al lavoro dei campi e alla cura della sua numerosa famiglia di antichi cristiani. Di ammirevole candore e semplicità, fu caro a tutti. Per 10 anni fu a servizio della Missione, come portinaio dell’orfanotrofio. Fervente Terziario e devoto della Madonna, passava le ore libere pregando e recitando il Rosario. Seguì le Francescane Missionarie di Maria al carcere, sti­mandosi fortunato di subire insieme a loro il martirio. Fu ucciso il 9 luglio 1900 nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

54. MATTIA FENG DE nacque nel 1855 in Cina. Fervente neofita, era addetto alla sorveglianza della residenza vescovile. Dopo il Battesimo si era fatto Terziario. Fu ucciso il 9 luglio 1900 nello Jiangxi all’età di 45 anni. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

55. PIETRO ZHANG BANNIU, operaio, nacque nel 1839 in Cina. Non era un domestico stipendiato della Casa, ma veniva spesso per lavori straordinari, ai quali si prestava con passione religiosa. Nell’imminenza della persecuzione, vedendo alcuni compagni allontanarsi per timore, volle sostituirli affrontando con i vescovi il martirio. Fu ucciso il 9 luglio 1900 nello Jiangxi, all’età di 51 anni. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

FEDELI LAICI

56. GIACOMO YAN GUODONG, agricoltore, nacque nel 1853 in Cina. Era un uomo di straordinaria semplicità ed apparteneva all’umile classe di poveri agri­coltori. Il suo lavoro era quello di preparare gli ortaggi per la mensa dei missio­nari, delle suore, del seminario e delle bimbe della Santa Infanzia. Nell’ultimo anno fu aiutante di cucina. I1 9 luglio 1900, dopo aver servito il pranzo, fu ucciso nello Jiangxi all’età di 45 anni. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

57. GIACOMO ZHAO QUANXIN, domestico, nacque nel 1856 in Cina. Era un uomo di bontà e di rettitudine, sposato e servo avventizio, ma quando i vescovi furono condotti in carcere, egli volle essere loro compagno. Condotto in tribu­nale, alcuni soldati, vecchi colleghi, con l’intenzione di salvarlo, dissero a chi lo teneva legato ch’egli non era cristiano. Ma Giacomo protestò, confessò d’essere cristiano e fu ucciso il 9 luglio 1900 nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

58. PIETRO WANG ERMAN nacque nel 1870 in Cina. Fu accolto ed educato nell’orfanotrofio di Kolao-Kou fin da bambino. Assai buono e osservante dei Comandamenti, fu al servizio del prete indigeno Pietro Su e poi addetto alla cucina del seminario di Tayuanfu. Sciolto il seminario, disperse le orfanelle, incarcerati i vescovi e i missionari, fu ucciso, il 9 luglio 1900, nello Jiangxi. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

2. Martiri dell’Hunan Meridionale

La Rivoluzione iniziata nello Shantung, dove i « Boxers » erano risultati vittoriosi contro gli Europei, cominciò anche nell’Hunan Meridionale, il 4 luglio del 1900, con atti di vandalismo e la distruzione delle residenze, della chiesa, dell’orfanotrofio di Heng-tciou-fu, al grido di « Morte agli Europei ».

Di qui la rivoluzione si estese rapidamente a tutte le altre comunità cristiane del Vicariato, e in breve tempo tutto venne saccheggiato, incendiato e distrutto: chiese, residenze ed opere. Anche le famiglie cristiane furono depredate, mentre si moltiplicavano i Decreti Mandarinali contro la Fede. Del clero indigeno alcuni, travestitisi, fuggirono, altri si nascosero ed altri affrontarono la morte come i seguenti Martiri.


59. CESIDIO GIACOMANTONIO, sacerdote, nacque a Fossa Aquilana il 30 agosto 1873 e fu battezzato lo stesso giorno con il nome di Angelo. Il 21 novembre 1891 entrò nell’Ordine dei Frati Minori e, ordinato sacerdote nel 1897, nell’ottobre 1899 s’imbarcò per la Cina. La persecuzione lo sorprese il 4 luglio 1900 a Heng-tciou-fu, dopo un anno di apostolato in Cina. Cesidio, in mezzo al tumulto della folla che aveva invaso la Residenza, temendo che le Sacre Specie venissero profanate, andò nella Cappella a consumarle. Fu ferito mortalmente a colpi di lancia, avvolto in una coperta imbevuta di petrolio e bruciato. Non aveva ancora 27 anni compiuti. Il 24 novembre 1946 fu beatifi­cato da Pio XII.

60. ANTONINO FANTOSATI, vescovo, nacque a S. Maria in Valle, presso Trevi, in Umbria, il 16 ottobre 1842 ed apparteneva alla Provincia francescana di Assisi. Nell’ottobre del 1867 lasciò Roma, diretto alle Missioni di Cina insie­me ad alcuni compagni, tra cui padre Elia Facchini. Nell’Alto Hupeh fu mis­sionario di grandi e geniali iniziative. A lui si deve la grandiosa e bella Cattedrale di Laoho-Kow e di Cia-yuen-Kou. Fu Procuratore, Vicario Generale ed Ammi­nistratore apostolico. Dopo 20 anni di assiduo e fecondo apostolato fu eletto, nel 1892, Vicario Apostolico dell’Hunan Meridionale. Intuì l’imminente bufera e vi si preparò con coraggio. Lontano dalla sua residenza ordinaria per la visita pastorale insieme all’inseparabile compagno di viaggio, padre Giuseppe Gam­baro, s’affrettò con lui a tornare in barca a Heng-tciou-fu insieme ad alcuni cristiani. Vicino alla città apprese con costernazione la notizia della morte del padre Cesidio Giacomantonio, bruciato vivo, e della distruzione della chiesa e dell’orfanotrofio. All’atto dello sbarco, il 7 luglio 1900, molti pescherecci assa­lirono l’imbarcazione dove si trovavano il vescovo e il padre Gambaro. Dalla riva il vescovo cercò di placare la folla, ma un colpo di timone sul capo lo fece stramazzare a terra. E spirò dopo due lunghe ore di agonia, a 58 anni di età. Il 24 novembre 1946 fu beatificato da Pio XII.

61. GIUSEPPE MARIA GAMBARO, sacerdote, nacque a Galliate, in provincia di Novara, il 7 agosto 1869 e fu battezzato con il nome di Bernardo. Il 27 settembre 1886 entrò nell’Ordine dei Frati Minori, assumendo il nome di Giu­seppe Maria. Giunse in Cina nel marzo del 1896. Qui ebbe l’incarico di formare allo studio e alla pietà gli aspiranti del Seminario indigeno. Passò poi a reggere la comunità cristiana di Yen-tciou, accolto da tutti con entusiasmo. Seguì la stessa sorte di mons. Fantosati, di cui godeva speciale stima ed affetto. Anche sul suo corpo piovvero senza numero sassi e colpi di bastone che lo stesero a terra moribondo. Spirò mentre il vescovo alzava la mano per benedirlo. Venti minuti era durato il suo martirio. Era il 7 luglio 1900. Il 24 novembre 1946 fu beati­ficato da Pio XII.

MARTIRI DELLA COMPAGNIA DI GESÙ E SOCI
(beatificati il 17 aprile 1955 da Pio XII)

Nello Tcheli Orientale Meridionale, allora Vicariato Apostolico di Sien­-Hsien, affidato ai Gesuiti, furono uccisi circa 5.000 fedeli, dei quali si sono identificati e conservati i nomi di 3.069. Da tale folto gruppo vennero infine scelti 56 candidati: di essi 4 sono sacerdoti missionari gesuiti francesi, mentre ben 52 sono cristiani laici cinesi, uomini, donne e bambini, il più anziano dei quali aveva l’età di 79 anni, mentre i più giovani avevano soltanto 9 anni.

62. LEO MANGIN, sacerdote S.I., nacque a Verny, Francia, vicino a Metz, il 30 luglio 1857. Una volta terminati gli studi secondari, entrò nella Compagnia di Gesù il 5 novembre 1875. Dopo aver compiuto gli studi di filosofia a Louvain ed aver insegnato per un certo tempo in un Collegio a Liegi, nel 1882 partì come missionario per la Cina, dove, durante i primi quattro anni, si dedicò allo studio della teologia e della lingua cinese. Suo compagno di studi era Remigio Isoré, insieme al quale fu ordinato sacerdote il 31 luglio 1886; anche questo compagno sarà martirizzato più tardi. Il Mangin fu destinato alla missione di Tchou-kia-ho, un villaggio di circa 400 abitanti, in cui, a motivo degli attacchi dei « Boxers », vennero a rifugiarsi molte altre persone, facendo sì che il numero si avvicinasse ai 3.000. Prevedendo un’incursione da parte dei « Boxers », il Mangin cercò di fortificare il villaggio e ordinò al padre Paolo Denn, che allora era solo nel villaggio di Koutcheng, di venire a vivere con lui a Tchou-kia-ho. I « Boxers » fecero il primo tentativo di invadere il villaggio il 15 luglio 1900, ma gli abitanti li respinsero. Il 18 dello stesso mese, però, riuscirono a superare le barricate e ad entrare nel villaggio. Sperando che il furore passasse e si disperdesse, P. Mangin aveva raccolto nella chiesa le donne e i bambini. Rivestitosi, insieme al padre Denn, dei paramenti sacri, si sedettero nei pressi dell’altare, rivolti verso i fedeli e guidando la loro preghiera. Verso le nove del mattino i « Boxers » sfondarono le porte della chiesa: si trovarono di fronte all’assemblea inginocchiata e ai due gesuiti presso l’altare. Non avendo incontrato opposizione, offrirono in prima istanza la salvezza e la vita a coloro che avessero rinunciato alla fede: soltanto poche persone accettarono l’offerta, e poi iniziò il massacro. Il padre Denn intonò il Confiteor e padre Mangin pronunciò le parole dell’assoluzione. Fu ucciso, insieme a padre Denn, il 18 luglio 1900.

63. PAOLO DENN, sacerdote S.I., nacque a Lille, in Francia, il 1° aprile 1847. Il 6 luglio 1872 entrò nella Compagnia di Gesù, dopo aver lavorato come impiegato di banca allo scopo di sostenere economicamente la mamma, che era rimasta vedova. Poco tempo dopo il noviziato partì per la Cina, dove fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1880. Il 18 luglio 1900 venne ucciso insieme al padre Mangin.


64. REMIGO ISORÉ, sacerdote S.I., nacque a Bambeque, Francia, il 22 gennaio 1852. Si preparava a divenire sacerdote diocesano, ma dopo aver com­piuto i suoi studi, il 20 novembre 1875 entrò nella Compagnia di Gesù. Nel 1882 fu inviato in missione in Cina, dove completò gli studi di teologia e venne colà ordinato sacerdote il 31 luglio 1886. Era un religioso austero e un missionario molto energico. Quando la rivolta dei « Boxers » ebbe inizio, padre Isoré si trovava nella stazione missionaria di Weihsien, nel distretto di Ce-li di Tientsin. Fu inviato per un periodo di riposo nella comunità principale di Changkiach­wang. Quando, il 17 giugno 1900, pervenne la notizia che i « Boxers » erano molto attivi nei pressi di Weihsien, il padre Isoré fece prontamente ritorno colà per essere fra i suoi cristiani e non lasciarli soli in una situazione così critica e difficile. Durante il viaggio si fermò a Ou-Y, la stazione missionaria di padre Andlauer, nella quale erano penetrati i « Boxers ». Il 19 giugno 1900 fu ucciso.

65. MODESTO ANDLAUER, sacerdote S.I, nacque il 22 maggio 1847 a Ros­heim in Alsazia. Il 5 ottobre 1872 entrò nella Compagnia di Gesù e nel 1876 fu ordinato sacerdote. Nel 1882 partì per la Cina. Era un religioso dal tratto molto umile e uomo d’intensa preghiera. Come il padre Remigio Isoré, arrivato allora nella missione, era anche lui convinto che presto sarebbe giunta l’ora del mar­tirio: perciò trascorsero la notte del 18 giugno in preghiera. La mattina del 19, sentendo gli schiamazzi dei « Boxers » ormai vicini, i due gesuiti si recarono in chiesa. Ben presto le porte della chiesa furono sfondate ed i « Boxers » si avventarono sui missionari e li trafissero con le loro lance. Il sangue dei due martiri si sparse sull’altare.

Per quanto riguarda i 52 laici cinesi associati ad essi nel martirio, non si hanno informazioni se non quelle che ci fanno conoscere la loro età, il luogo e la data della loro uccisione.

66. MARIA ZHU nata Wu (1858-1900), 42 anni, uccisa nella chiesa di Tchou-kia-ho, il 20 luglio 1900.
67. PIETRO ZHU RIXIN (1881-1900), di 19 anni di età, ucciso nel villaggio Lou-kia-tchoang, il 20 luglio 1900.
68. GIOVANNI BATTISTA ZHU WURUI (1883-1900), di 17 anni di età, ucciso nelle vicinanze di Lou-tchoang, il 15 luglio 1900.
69. MARIA FU GUILIN (1863-1900), di 37 anni di età, uccisa nel villaggio Ta-­Liou-Ts’uenn, il 18 luglio 1900.
70. BARBARA CUI nata LIAN (1849-1900), di 51 anni di età, uccisa presso il villaggio Liou-Choei-T’ao, il 15 giugno 1900.
71. GIUSEPPE MA-TAISHUN (1840-1900), di 60 anni di età, ucci­so nel villaggio Ts’ien-Cheng-Tchoang, il 26 giugno 1900.
72. LUCIA WANG CHENG (1882-1900), di 18 anni, uccisa nel villaggio Wang­-La-Kia, il 28 giugno 1900.
73. MARIA FAN KUN (1884-1900), 16 anni, uccisa nel villaggio Wang-La­-Kia, il 28 giugno 1900.
74. MARIA CHI YU (1885-1900), 15 anni, uccisa nel villaggio Wang-La-Kia, il 28 giugno 1900.
75. MARIA ZHENG XU (1889-1900), 11 anni, uccisa nel villaggio Wang-La-­Kia, il 28 giugno 1900.
76. MARIA DU nata ZHAO (1849-1900), 51 anni, uccisa nel villaggio Vang­-Kia-Tien, il 28 giugno 1900.
77. MADDALENA DU FENGJU (1891-1900), 19 anni, uccisa nel villaggio Tou-Kia-T’ounn, il 29 giugno 1900.
78. MARIA DU nata TIAN (1858-1900), 42 anni, uccisa nel villaggio Tou-­Kia-T’ounn, il 29 giugno 1900.
79. PAOLO WU-ANJU (1838-1900), 62 anni, ucciso nel villaggio Siao-Lui-i, il 29 giugno 1900.
80. GIOVANNI BATTISTA WU-MANT’ANG (1883-1900), di 17 anni di età, ucciso nel villaggio Siao-Lui-i, il 29 giugno 1900.
81. PAOLO WU-WANSHOU (1884-1900), 16 anni, ucciso nel villaggio Siao­-Lui-i, il 29 giugno 1900.
82. RAIMONDO LI-QUANZHEN (1841-1900), di 59 anni di età, ucciso nel villaggio Tch’enn-T’ounn, il 30 giugno 1900.
83. PIETRO LI-QUANHUI (1837-1900), di 63 anni di età, ucciso nel villaggio Tch’enn-T’ounn, il 30 giugno 1900.
84. PIETRO ZHAO-MINGZHEN (1839-1900), 61 anni, ucciso nel villaggio Tong-yang T’ai, il 3 luglio 1900.
85. GIOVANNI BATTISTA ZHAO-MINGXI (1844-1900), 56 anni, ucciso nel villaggio Tong-yang-T’ai, il 3 luglio 1900.
86. TERESA CHEN JINJIE (1875-1900), 25 anni, uccisa sulla strada che conduce a Hoang-eul-ying, il 5 luglio 1900.
87. ROSA CHEN ANJIE (1878-1900), 22 anni, uccisa sulla strada che con­duce a Hoang-eul-ying, il 5 luglio 1900.
88. PIETRO WANG ZUOLUNG (1842-1900), 58 anni, ucciso nel villaggio Choang-tchoung, il 6 luglio 1900.
89. MARIA GUO nata LI (1835-1900), 65 anni, uccisa nel villaggio Hou-kia­tch’eu, il 7 luglio 1900.
90. GIOVANNI WU WENYIN (1850-1900), 50 anni, ucciso nella città Young­-Nien, l’8 luglio 1900.
91. ZHANG HUAILU (1843-1900), 57 anni, catecumeno, ucciso nel villaggio Tchou-heue-tien, il 9 luglio 1900.
92. MARCO JI TIANXIANG (1834-1900), 66 anni, ucciso presso la città Kitcheou, il 9 luglio 1900.
93. ANNA AN nata XIN (1828-1900), 72 anni, uccisa nel villaggio Liou­-Koan-Ying, l’11 luglio 1900.
94. MARIA AN nata GUO (1836-1900), 64 anni, uccisa nel villaggio Liou­-Koan-Ying, l’11 luglio 1900.
95. ANNA AN nata JIAO (1874-1900), 26 anni, uccisa nel villaggio Liou­-Koan-Ying, l’11 luglio 1900.
96. MARIA AN, detta LINGHUA (1871-1900), 29 anni, uccisa nel villaggio Liou-Koan-Ying, l’11 luglio 1900.
97. PAOLO LIU JINDE (1821-1900), 79 anni, ucciso presso il villaggio Lang­-Tze-kiao, il 13 luglio 1900.
98. GIUSEPPE WANG KUIJU (1863-1900), 37 anni, ucciso nella città Nan­-Koung, il 13 luglio 1900.
99. GIOVANNI WANG KUIXIN (1875-1900), 25 anni, ucciso nella città Nan­-Koung, il 14 luglio 1900.
100. TERESA ZHANG nata HE (1864-1900), 36 anni, uccisa nel villaggio Thiang-kia-T’si, il 16 luglio 1900.
101. LANG-YANG-CHEU nata YANG (1871-1900), 29 anni, uccisa nel villag­gio Lu-kia-pouo, il 16 luglio 1900.
102. PAOLO LANG FU (1893-1900), 9 anni, ucciso nel villaggio Lu-kia-­pouo, il 16 luglio 1900.
103. ELISABETTA QUIN nata BIAN (1846-1900), 54 anni, uccisa nel villaggio Pei-lao, il 19 luglio 1900.
104. SIMONE QIN CHUNFU (1886-1900), 14 anni, ucciso nel villaggio Liou­-Tsounn, il 17 luglio 1900.
105. PIETRO LIU ZIYN (1843-1900), 57 anni, ucciso nel villaggio Tchou­-Kia-Sie-Tchoang, il 19 luglio 1900.
106. ANNA WANG (1886-1900), 14 anni, uccisa nel villaggio Tai-ning, il 22 luglio 1900.
107. GIUSEPPE WANG YUMEI (1832-1900), 68 anni, ucciso presso il villag­gio Tal-ning, il 21 luglio 1900.
108. LUCIA WANG nata WANG (1869-1900), 31 anni, uccisa nel villaggio Tal-ning, il 22 luglio 1900.
109. ANDREA WANG TIANQING (1891-1900), 9 anni di età, ucciso nel villaggio Tal-ning, il 22 luglio 1900.
110. MARIA WANG nata LI (1851-1900), 49 anni, uccisa nel villaggio Tchoung-Koang-Ying, il 22 luglio 1900.
111. CHI ZHUZI (1882-1900), 18 anni, ucciso nel villaggio Tei-cha’o, nel 1900 (si ignora la data precisa del martirio).


112. MARIA ZHAO nata GUO (1840-1900), 60 anni, uccisa nel villaggio Yon-Fang-tchaokia, nel 1900 (si ignora la data precisa del martirio).
113. ROSA ZHAO (1878-1900), 22 anni, uccisa nel villaggio You-Fang-­tchaokia, nel 1900 (si ignora la data precisa del martirio).
114. MARIA ZHAO (1883-1900), 17 anni, uccisa nel villaggio You-Fang­-tchaokia, nel 1900 (si ignora la data precisa del martirio).
115. GIUSEPPE YUANG GENGYIN (1853-1900), 47 anni, ucciso nel villaggio Ta-Ying, il 30 luglio 1900.
116. PAOLO GE TINGZHU (1839-1900), 61 anni, ucciso nel villaggio Si-Siao-t’ounn, l’8 agosto 1900.
117. ROSA FAN HUI (1855-1900), 45 anni, uccisa nel villaggio Fan-Kia-­tchoang, il 16 agosto 1900.

PONTIFICIO ISTITUTO MISSIONI ESTERE

118. ALBERICO CRESCITELLI nacque ad Altavilla Irpina (Avellino) il 30 giugno 1869; entrò nel Pontificio Seminario dei SS. Apostoli Pietro e Paolo di Roma (detto Istituto si unì, nel 1926, per volere di Pio XI, con quello delle Missioni Estere di Milano: si ebbe così il Pontificio Istituto Missioni Estere: P.I.M.E.) e fece il giuramento perpetuo il 9 dicembre 1884. Venne ordinato sacerdote il 4 giugno 1887. Partì per le Missioni in Cina il 2 aprile 1888; svolse suo ministero a Hanzhong (Jiangxi Meridionale). Fu martirizzato durante la rivoluzione dei « Boxers », il 21 luglio 1900. Il 18 febbraio 1951 fu beatificato da Pio XII.

MARTIRI DELLA SOCIETÀ SALESIANA DI S. GIOVANNI BOSCO

119. LUIGI VERSIGLIA, vescovo, nacque a Oliva Gessi (Pavia) il 5 giugno 1873. Fu battezzato il giorno seguente e cresimato il 21 settembre 1881. Emise la Professione perpetua l’11 ottobre 1889. Il 21 dicembre 1895 fu ordinato sacerdote. Il 7 gennaio 1906, a 33 anni, con altri due sacerdoti e tre coadiutori partì per Hong Kong, aprendo ai salesiani la via della Cina. Il 9 gennaio 1921 fu consacrato vescovo. Ucciso i1 25 febbraio 1930 insieme a Callisto Caravario a Li-Thau-Tseul. I suoi resti mortali si trovano nella pro­cattedrale di Shiu-Chow, Cina.

120. CALLISTO CARAVARIO, sacerdote, nacque a Cuorgné (Torino) l’8 giugno 1903. Battezzato il 14 giugno 1903. Cresimato il 10 maggio 1912. Emise la Professione perpetua il 14 settembre 1924. Ordinato sacerdote il 18 maggio 1929 da mons. Versiglia, venne destinato alla Missione di Lin-chow in Cina. Ucciso, insieme a mons. Versiglia, il 25 febbraio 1930 a Li-Thau-Tseul. I suoi resti mortali si trovano nella chiesa di S. Giuseppe a Hosai, Cina.
Il 25 febbraio 1930 mons. Luigi Versiglia, Vicario Apostolico di Shiu-chow, e don Callisto Caravario, parroco di Lin-chow, viaggiavano in barca sul fiume omonimo. Erano con loro tre uomini e quattro donne (una anziana e tre giovani), oltre alle persone dell’equipaggio. Giunti in località Li-Thau-Tseul, furono assaliti da una banda di una decina di uomini, tra i quali alcuni soldati comunisti dispersi dell’esercito bolscevico del generale Chong Fat Kwai. Saliti sulla barca, essi miravano subito al rapimento delle tre giovani donne. I due missionari, intuendo le intenzioni degli assalitori, vi si opposero decisamente. Per questo furono crudelmente battuti, legati e trascinati a terra. Dopo aver portato le donne nella vicina boscaglia, essi uccisero i due missionari che ave­vano opposto tutta la loro resistenza per salvaguardare l’onore delle ragazze. 15 maggio 1983 sono stati beatificati dal Papa Giovanni Paolo II.

CANONIZZAZIONE

La canonizzazione di questi 120 martiri cinesi da Giovanni Paolo II, il 1° ottobre 2000, ha mostrato purtroppo che anche alla fine del XX secolo la chiesa cattolica in Cina non gode ancora la desiderata libertà religiosa. Infatti, il governo di Pechino ha fatto di tutto per screditare questi martiri. Per mesi ha martellato che erano « nemici del popolo cinese » e « strumenti dell’imperialismo occidentale ». Ha proibito di festeggiarli. Anche ai cattolici di Hong Kong, che gode di uno statuto speciale, ha chiesto il silenzio. Questo silenzio regge però sempre di meno.

Per molti anni il maoismo e stato esaltato in una maniera che anche coloro che non erano d’accordo non hanno avuto la libertà interiore di parlare fuori dal coro ideologico senza rischiare la libertà e perfino la vita. Infatti, ci sono ancora vescovi, preti e laici detenuti agli arresti domiciliari o confinati.

Anche se non ci sono più le persecuzioni sistematiche e in larga scala del periodo maoista, tuttavia la sofferenza della Chiesa non è affatto terminata. Le comunità e i vescovi della Chiesa ufficiale o « aperta », cioè riconosciuta dal governo, sono sottoposti a continui controlli, interferenze, abusi e molestie. Quindi, le comunità della Chiesa ufficiale e i suoi Leader non sono affatto liberi, come sembra a qualche osservatore superficiale.

Stiamo qui di fronte al tipico paradosso cristiano secondo cui la sofferenza non è mai percepita come l’ultima parola, ma è vista come punto di passaggio verso la felicità.
Ma ormai, come ci ha ricordato Giovanni Paolo II, abbiamo il dovere della memoria, e in particolare della memoria dei martiri del XX secolo, sotto qual­siasi regime, senza più nessuna reticenza.