AGNESE PHILA
LUCIA KHAMBANG
SUORE PROFESSE
DELLA CONGR.DELLE
AMANTI DELLA CROCE
FILIPPO SIPHONG
AGATA PHUTTA
CECILIA BUTSI
BIBIANA KHAMPHAI
MARIA PHON
TESTIMONI DI FEDE
(† 1940)
MARTIRI DI TAILANDIA
Beati: 22 ottobre 1989
Festa: 16 e 26 dicembre
Nel 1940, il villaggio di Songkhon in Tailandia, sulle rive del grande fiume Mekong, a settecento km da Bangkok, alla frontiera fra la Tailandia e il Laos, fu il luogo del martirio di sei Thailandesi.
Il cristianesimo fu introdotto in questa regione nel 1881 e nel 1940 i cattolici erano circa settecento. Tra il 1940 e il 1944, a causa della guerra fra la Tailandia e quella che era l’Indocina francese, i missionari di origine francese furono costretti a lasciare il paese. Come spesso accade in queste circostanze, l’unità della nazione viene considerata una priorità e il pluralismo religioso un pericolo. Così fu anche in Tailandia.
AGNESE PHILA (al secolo Margherita) nacque nel villaggio pagano Ban Nahi nel 1909. Era figlia di Gioacchino Thit Son e di Anna Chum. La famiglia emigrò nel villaggio cristiano di Viengkhuk, dove Margherita venne battezzata nel 1924. La sua madrina fu la zia di suor Lucia di Fatima. Il 7 dicembre 1924 entrò nella Congregazione delle Amanti della Croce a Siengvang (Laos). Il 26 novembre 1926 cominciò l’anno di postulandato e il 10 novembre 1927 entrò nel noviziato assumendo il nome di Agnese. Terminato il noviziato, professò il 16 novembre 1928. Nel 1932 venne inviata come maestra presso la scuola di Songkhon dove fu uccisa.
LUCIA KAMBANG, figlia di Jakob Dam e di Maria Mag Li, nacque nel villaggio Viengkhuk il 22 gennaio 1917 e fu battezzata il 10 marzo dello stesso anno. 11 4 giugno 1925 ricevette la cresima e fece la sua Prima comunione. 11 3 settembre 1931 entrò nella Congregazione delle Amanti della Croce. Fu postulante per tre anni e il 18 ottobre 1935 iniziò i due anni di noviziato. Professò il 15 ottobre 1937 a Siengvang (Laos). All’inizio del 1940, fu inviata come insegnante a Songkhon, dove fu uccisa il 26 dicembre 1940, all’età di ventitre anni.
AGATHA PHUTTA nacque nel 1881 da una famiglia pagana nel villaggio di Bi Ban Cheng Pho, poco a Nord di Songkhon. Unica della famiglia si convertì all’età di circa trent’anni e venne battezzata il 3 marzo 1918 a Siengvang ove ricevette anche la cresima. Non essendo sposata, dopo il battesimo restò a prestare servizio nella cucina della missione a Songkhon, a Mong Seng, a Pkase e ancora a Songkhon, dove viveva quando fu uccisa, il 26 dicembre 1940, all’età di cinquantanove anni.
CECILIA BUTSI nacque a Songkhon, il 16 dicembre 1924, da Amato Sinuen e Agatha Thep. Fu battezzata due giorni più tardi. Aiutava nella cucina della missione. Era una giovane di carattere gioioso e coraggioso. Il giorno prima della morte, durante la riunione svoltasi dinanzi alla chiesa, malgrado le minacce di morte proferite dal poliziotto Lu, si alzò per dichiarare che lei era cristiana. Venne uccisa il 26 dicembre 1940 all’età di sedici anni a Songkhon.
BIBIANA KHAMPHAI nacque a Songkhon il 4 novembre 1925 da Benedetto Lon e da Monica Di. Fu battezzata e cresimata il 28 dicembre 1925. Era un’adolescente dalla condotta irreprensibile, buona cristiana, che frequentava la missione e si accostava regolarmente ai sacramenti. Venne uccisa il 26 dicembre 1940 Songkhon. Aveva da poco quindici anni.
MARIA PHON nacque a Songkhon il 6 gennaio 1926 da Johann Battista Tàn e Caterina Pha. Dopo sei giorni dalla nascita ricevette il battesimo e la cresima. Viveva con sua zia di nome Maria. Frequentava la missione ed era una adolescente assidua alla Messa e ai sacramenti. Venne uccisa il 26 dicembre 1940. Di lì a poco avrebbe compiuto quindici anni.
FILIPPO SIPHONG ONPHITHAK nacque il 30 settembre 1907 a Nong Seng, nella Provincia di Nakhon Phanom, ove fu anche battezzato. Era figlio del signor Intong e della signora Pheng. Giunto all’età scolare, Siphong entrò nella scuola parrocchiale di Non Seng. Alla fine degli studi secondari fu mandato come istitutore a Songkhon, dove giunse nel 1926. Nel 1931 sposò Marie Thong. La famiglia si stabilí a Songkhon ed ebbe cinque figli.
Siphong era un uomo buono. Incaricato dell’insegnamento nella scuola parrocchiale, fu un catechista che coltivò la fede cristiana nel villaggio con tale zelo apostolico che, quando furono allontanati i missionari, questi gli affidarono i fedeli rimasti senza pastori. Meritò, cosi, l’appellativo di « forte albero » della vita religiosa di Songkhon.
Nell’agosto 1940 un gruppo di gendarmi giunse a Songkhon in barca attraverso il Mekong. Quando videro che gli abitanti di Songkhon professavano una religione europea, cominciarono a far pressione perché la abbandonassero. Il 29 novembre 1940, padre Figuet venne espulso da Songkhon. Grazie all’incoraggiamento del precettore Siphong e delle due religiose, suor Agnese e suor Lucia tutti i cristiani restavano fermi nella fede.
A metà del mese di dicembre del 1940 i soldati progettarono un inganno per uccidere il catechista. Essi scrissero una falsa lettera della Sotto-Prefettura di Mukdahan nella quale si chiedeva a Siphong di recarsi immediatamente in quella città. Siphong, consapevole dei pericoli, ma anche dei diritti civili,decise di recarsi comunque alla Sotto-Prefettura come gli ordinava la lettera.
Nel pomeriggio del 15 dicembre Siphong lasciò il villaggio in bicicletta accompagnato dai gendarmi Lu di Songkhon e No di Mukdahan, fermandosi la sera a Van Yai. Il giorno seguente, sul far della sera, il soldato Lu imbracciò il fucile e sparò due colpi su Siphong. Siphong gridò con dolore: « Lu, perché fai questo? Perché mi uccidi? », e si fece il segno della croce. Lu lo scherni dicendo: « Sei proprio sicuro che le formule magiche da pugile ti serviranno a qualche cosa? », e sparò un secondo colpo di fucile al cuore. Siphong morì immediatamente. Dopo averlo ucciso, i due gendarmi ordinarono agli abitanti di Phaluka di seppellirne il corpo. Poi ricoprirono la tomba di rovi allo scopo di impedire all’anima dell’ucciso di venire a tormentare i vivi.
La sera del 17 dicembre, la notizia della morte di Siphong si sparse a Songkhon e provocò una grande tristezza. I soldati speravano che gli abitanti, dopo la morte di Siphong, avrebbero abbandonato la religione cristiana. Ma essi non avevano calcolato la presenza delle religiose Agnese e Lucia. Queste a poco a poco si adeguarono all’idea che, prima o poi, sarebbero state chiamate anch’esse a versare il loro sangue per Cristo.
Lu cercava con le minacce e con i fatti di convincere le due suore a rinunciare alla loro religione. Vedendo fallire il suo tentativo, decise di infliggere loro un duro colpo. La sera del 25 dicembre convocò tutto il villaggio di fronte alla chiesa. Lu salì in alto sulla scalinata della chiesa e, tenendo in una mano il fucile e nell’altra un foglio di carta, asserì di aver ricevuto l’ordine di distruggere la religione cristiana e che, se qualcuno non voleva arrendersi, lui sapeva ciò che doveva fare. Durante la notte seguente le religiose scrissero al gendarme una lettera dicendo di essere pronte a morire piuttosto che abbandonare la fede. Lu tornò dalle suore solo verso le 2 o le 3 del pomeriggio e rivolgendosi a loro chiese: « Allora, il vostro Dio, l’abbandonate, si o no? ». Gli arrivò una risposta chiara: « No, non l’abbandoneremo mai ». Lu disse allora: « Bene, se non volete abbandonare il vostro Dio, scendete al Mekong ». Suor Agnese, che aveva capito l’inganno, disse: « No, non andremo al Mekong. Se ci volete fucilare, fatelo al cimitero ». Arrivati al cimitero, si inginocchiarono tutte contro un tronco d’albero e lì furono fucilate Agnese, Lucia, Agatha, Cecilia, Bibiana e Maria. Vennero sepolte a Songkhon, Thailandia.
I resti mortali di Siphong furono ritrovati solo nel 1959 e vennero inumati solennemente a Sonkghon, accanto agli altri, il 2 novembre 1960.
Il 22 ottobre 1989, Agnese Phila, Lucia Khambang, Agatha Phutta, Ceclia Butsi, Bibiana Khamphai, Maria Phon e Filippo Siphong Onphithak sono stati beatificati da Papa Giovanni Paolo II.